La sindaca spara Facebook la oscura «Ma che male c’è?»
Treviso, è candidata leghista alla Camera Il centrosinistra accusa: incita alla violenza
TREVISO Dietro alla pistola c’è il volto sorridente di una giovane sindaca candidata con la Lega. Chiede sicurezza mentre spara al poligono e tanto basta a infiammare la campagna elettorale in Veneto. In poche ore le polemiche trascendono e Facebook decide di censurare il manifesto web di Angela Colmellere, prima cittadina a Miane, un piccolo comune del Trevigiano. Troppe le segnalazioni degli utenti. I partiti rivali rincarano e, Pd in testa, accusano la Lega di fomentare «una campagna che incita alla violenza». Il Carroccio fa muro e la sindaca replica: «Mi hanno augurato ogni male minacciandomi di morte, denuncerò chi mi ha insultata».
Il «santino» elettorale era online da qualche ora e ritraeva Angela Colmellere al poligono al fianco del simbolo padano: «Scegli la sicurezza, il 4 marzo sostieni chi può garantirla». Il messaggio arrivava senza mediazioni: «Chi difende la propria famiglia non deve ritrovarsi imputato per tentato omicidio, con l’aggravante di dover pure risarcire il criminale. Il mio impegno è una legge che delimiti nel dettaglio fino a dove esiste legittimità e dove inizia l’abuso. Questo non servirebbe se lo Stato desse alle forze dell’ordine i mezzi per difenderci, cosa che mi auguro accada».
Sindaca di Miane, un paese con poco più di tremila abitanti in provincia di Treviso, dal 2009, insegnante di 41 anni, Colmellere è capolista al plurinominale alla Camera (un posto che da queste parti garantisce un accesso diretto al Parlamento). Ha deciso di cavalcare il tema della legittima difesa perché la Lega ne ha fatto uno dei capisaldi della campagna elettorale. Il Partito democratico ha preso le distanze da un «messaggio per pistoleri e cecchini», o per dirla con le parole della sfidante Dem nel collegio di Colmellere, Isabella Gianelloni, «la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci, diffondere il terrore è scellerato e incosciente». Per la senatrice Laura
La spiegazione
«Una foto del 2011 a un’esercitazione organizzata dagli alpini: vinse una sindaca pd»
Puppato il segnale è uno solo: «Farsi giustizia da soli». Così, in un vortice di condivisioni e clamore su Facebook, è toccato ai colleghi del Carroccio prendere le difese della sindaca nel mirino, auspicando la solidarietà delle alte cariche dello Stato per una «donna che con coraggio rappresenta le istituzioni» ed è stata minacciata: i nomi degli «haters» saranno consegnati alle autorità per le indagini. Nonostante la rimozione, infatti, le tracce del manifesto sono rimaste, riempiendo le bacheche degli oppositori e alimentando la polemica. «Non capisco cosa ci sia di male, è uno sport olimpionico — ha commentato Colmellere —. Quella foto era del 2011, gli alpini avevano organizzato un’esercitazione per i sindaci e miravo a una sagoma di cartone. Ah, per la cronaca, vinse una sindaca pd».