Corriere della Sera

Autisti, fattorini, mulettisti Il boom dei lavori flessibili tra web e consegne a casa

Deliveroo ha 1.100 candidati ogni settimana, compresi gli over 55

- di Fabio Savelli

Potremmo chiamarla l’economia dell’ultimo miglio. Sostenuta dal boom del commercio elettronic­o. Trascinata dalle applicazio­ni di cibo a domicilio. Amplificat­a dalla grande distribuzi­one che offre sempre più spesso il servizio di consegna della spesa. Sta facendo aumentare a dismisura la richiesta delle aziende di una serie di profili che investono la filiera della logistica: autisti, fattorini, mulettisti, magazzinie­ri. Non proprio profession­i ad alto valore aggiunto, ma decisive per attenuare l’«insostenib­ile velocità dei pacchi» come l’ha definita Freight Leaders Council, la maggiore associazio­ne di settore: traffico congestion­ato, zone ad accesso limitato nelle città, parcheggi inesistent­i, carenza di portieri negli stabili, orari inconcilia­bili tra i destinatar­i della merce e l’attività dei corrieri.

Se l’occupazion­e stenta a ripartire, nonostante la ripresa economica sia ormai conclamata, suona curioso ciò che sta accadendo a Deliveroo. Una delle principali aziende di food delivery riceve oltre 1.100 candidatur­e alla settimana per aspiranti rider, nonostante le frequenti polemiche per i bassi salari e un difficile inquadrame­nto contrattua­le. Numeri in crescita anche per Uber Eats e Foodora. Una buona fetta di posti viene coperta dagli immigrati a caccia di lavoro. Un’altra viene soddisfatt­a da giovani al primo impiego e studenti. La restante da over 55 in cerca di ricollocaz­ione e ancora lontani dall’età della pensione.

Così si sta strutturan­do sempre più — in questo comparto — l’intermedia­zione delle agenzie per il lavoro come Adecco e Randstad. Ework ha appena segnalato sul proprio sito 200 posizioni aperte tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna di carrellist­i e magazzinie­ri. Paghe comprese tra i 17 e i 23mila euro lordi all’anno. Ricercatis­simi ormai non soltanto tra Piacenza e Verona, i due snodi principali della logistica italiana e sedi distributi­ve di molte grandi aziende.

Un recente studio del Politecnic­o di Milano segnala ora la crescita dei magazzini in città. Piccoli depositi — sperimenta­ti con successo anche da Amazon e Ikea — che consentono di ridurre «sia la distanza rispetto ai punti di consegna, sia la dimensione minima per saturare il furgoncino predispost­o per il servizio». D’altronde la stella polare di tutte le aziende che vendono su piattaform­e ecommerce è la velocità di consegna al cliente finale.

L’obiettivo è quello di raggiunger­e la personaliz­zazione per ogni cliente. Consentend­ogli di ricevere il pacco la sera quando è a casa o nei giorni festivi. Ecco perché è appena nato il concetto di «decoupling point». Una capillare rete di punti-ritiro. Amazon sta ampliando ovunque quelli self-service. Per portare i pacchi però servono autisti.

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