Autisti, fattorini, mulettisti Il boom dei lavori flessibili tra web e consegne a casa
Deliveroo ha 1.100 candidati ogni settimana, compresi gli over 55
Potremmo chiamarla l’economia dell’ultimo miglio. Sostenuta dal boom del commercio elettronico. Trascinata dalle applicazioni di cibo a domicilio. Amplificata dalla grande distribuzione che offre sempre più spesso il servizio di consegna della spesa. Sta facendo aumentare a dismisura la richiesta delle aziende di una serie di profili che investono la filiera della logistica: autisti, fattorini, mulettisti, magazzinieri. Non proprio professioni ad alto valore aggiunto, ma decisive per attenuare l’«insostenibile velocità dei pacchi» come l’ha definita Freight Leaders Council, la maggiore associazione di settore: traffico congestionato, zone ad accesso limitato nelle città, parcheggi inesistenti, carenza di portieri negli stabili, orari inconciliabili tra i destinatari della merce e l’attività dei corrieri.
Se l’occupazione stenta a ripartire, nonostante la ripresa economica sia ormai conclamata, suona curioso ciò che sta accadendo a Deliveroo. Una delle principali aziende di food delivery riceve oltre 1.100 candidature alla settimana per aspiranti rider, nonostante le frequenti polemiche per i bassi salari e un difficile inquadramento contrattuale. Numeri in crescita anche per Uber Eats e Foodora. Una buona fetta di posti viene coperta dagli immigrati a caccia di lavoro. Un’altra viene soddisfatta da giovani al primo impiego e studenti. La restante da over 55 in cerca di ricollocazione e ancora lontani dall’età della pensione.
Così si sta strutturando sempre più — in questo comparto — l’intermediazione delle agenzie per il lavoro come Adecco e Randstad. Ework ha appena segnalato sul proprio sito 200 posizioni aperte tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna di carrellisti e magazzinieri. Paghe comprese tra i 17 e i 23mila euro lordi all’anno. Ricercatissimi ormai non soltanto tra Piacenza e Verona, i due snodi principali della logistica italiana e sedi distributive di molte grandi aziende.
Un recente studio del Politecnico di Milano segnala ora la crescita dei magazzini in città. Piccoli depositi — sperimentati con successo anche da Amazon e Ikea — che consentono di ridurre «sia la distanza rispetto ai punti di consegna, sia la dimensione minima per saturare il furgoncino predisposto per il servizio». D’altronde la stella polare di tutte le aziende che vendono su piattaforme ecommerce è la velocità di consegna al cliente finale.
L’obiettivo è quello di raggiungere la personalizzazione per ogni cliente. Consentendogli di ricevere il pacco la sera quando è a casa o nei giorni festivi. Ecco perché è appena nato il concetto di «decoupling point». Una capillare rete di punti-ritiro. Amazon sta ampliando ovunque quelli self-service. Per portare i pacchi però servono autisti.