Corriere della Sera

Sui contratti dei «rider» resta il nodo delle tutele

- di Dario Di Vico

Il dibattito sulle tutele da introdurre a favore dei rider ha subito negli ultimi mesi una battuta d’arresto ma la necessità di arrivare a un punto fermo resta e lo testimonia­no gli scioperi che comunque continuano. L’ultimo a Bologna ha riguardato i ciclisti di Glovo, mobilitati contro la riduzione della paga minima da 6 a 4 euro. Il primo nodo riguarda la definizion­e giuridica: i fattorini sono lavoratori dipendenti o autonomi? La stessa domanda si pose alla fine degli anni 80 per i pony express e la Cassazione nel ‘92 riconobbe che dove c’è libertà di rispondere alla chiamata non c’è vincolo assoluto di subordinaz­ione. E questa condizione la si ritrova anche oggi: se piove un fattorino può scegliere di non presentars­i al lavoro oppure al contrario di andare e incassare il «supplement­o pioggia». Nei mesi scorsi il senatore Pietro Ichino aveva presentato in Parlamento un disegno di legge che propone due strade. La prima passa per la creazione di cosiddette umbrella company ovvero

La discussion­e

Il dibattito sui minimi salariali e sul poter garantire continuità contributi­va

associazio­ni come Smart.it (che esiste in diversi Paesi compresa l’italia) che svolgono una funzione di assistenza mutualisti­ca ai giovani e si incaricano di dare continuità contributi­va, la seconda il riconoscim­ento ai ciclisti di alcune tutele essenziali per il lavoro autonomo combinate con la fissazione di un salario minimo. Il progetto Ichino non è andato avanti per l’interruzio­ne della legislatur­a ma rimane a disposizio­ne del prossimo Parlamento. Sempre nei mesi scorsi c’è stata un’altra novità: in sede di conclusion­e del contratto nazionale di lavoro del trasporto Cgil-cisl-uil hanno inserito l’impegno a regolament­are il lavoro dei rider. Le organizzaz­ioni datoriali hanno avanzato successiva­mente delle riserve di merito e l’iter si è bloccato. I sindacati però non hanno mollato e nelle prossime settimane si dovrebbe arrivare a una decisione. In campagna elettorale, infine, il tema delle tutele per i rider non ha incontrato grande interesse. Il Pd però ha inserito nel programma il salario minimo da fissare per legge «per combattere i lavori sottopagat­i», l’ipotesi non è vista con favore dai sindacati che temono una sorta di «concorrenz­a» con i contratti nazionali di lavoro.

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