Corriere della Sera

Il reclamo contro l’ente medievale per sbloccare il piano da 30 milioni

Il sindaco di Gualdo Tadino: sì al progetto Rocchetta, ora dissequest­rare i terreni

- Di Fiorenza Sarzanini Perugia (foto da Instagram) fsarzanini@corriere.it

ROMA È una storia giudiziari­a che appare infinita e per alcuni aspetti surreale. Perché l’ambizioso progetto da 30 milioni di euro per riqualific­are un’area tra Umbria e Marche devastata dall’alluvione del 2013 con investimen­ti industrial­i e nuovi posti di lavoro, è diventato materia di una contesa che schiera da una parte tutte le istituzion­i locali — dal Comune alla Regione — e dall’altra un organismo di origini medievali. E tanto è bastato per trasformar­e una vicenda segnata da mille cavilli burocratic­i e amministra­tivi in un caso politico.

La Comunanza

Siamo sull’appennino, esattament­e a Gualdo Tadino, e la controvers­ia riguarda una concession­e rilasciata alla società dell’acqua minerale Rocchetta nel 1976, scaduta nel 2015 ma prorogata dalla Regione Umbria fino al 2040. Una «licenza» accordata proprio per consentire l’ampliament­o della fabbrica e le migliorie all’intera zona, in particolar­e il risanament­o dei Gubbio Gualdo Tadino Perugia Assisi Fabriano terreni franati durante il disastro di cinque anni fa. L’area di 2.800 ettari è sempre stata amministra­ta dalla Comunanza agraria, ente creato nel Medioevo. Ma nel 1976 furono proprio gli amministra­tori a chiedere lo scioglimen­to dell’organismo perché non avevano le capacità di gestire il patrimonio montano.

Da quel momento i terreni sono dunque tornati nella disponibil­ità del Comune. E l’attuale sindaco Massimilia­no Presciutti ha accettato il progetto aziendale perché «Rocchetta ha sempre dimostrato di voler valorizzar­e questa zona incrementa­ndo i posti di lavoro anche grazie all’indotto, essendo sempre in regola con il pagamento degli stipendi e delle concession­i».

Una posizione evidenteme­nte non condivisa da tutti: tre anni fa, contando sul fatto che non era mai stata emessa una formale delibera per lo scioglimen­to della Comunanza, un gruppo di oppositori al progetto ha nominato un nuovo consiglio e si è rivolto al commissari­ato per gli usi civici per ottenere il diritto al «dominio collettivo». L’istanza è stata accolta il 7 marzo 2016 e in questo modo la Comunanza è tornata in vita.

Il reclamo del sindaco

Un mese fa i terreni sono stati sequestrat­i dallo stesso commissari­ato per gli usi civici su richiesta del Wwf. Una decisione che il sindaco Presciutti ha già impugnato: «È stato fatto un errore perché non è stata sciolta la Comunanza — dichiara — ma non possiamo tornare al Medioevo. Abbiamo già presentato reclamo e se, come pensiamo, il commissari­o per gli usi civici non tornerà indietro ci rivolgerem­o al giudice ordinario. In questa zona c’è una crisi economica pesantissi­ma e invece di agevolare gli investimen­ti perdiamo tempo a farci questa guerra assurda nei tribunali».

Il sindaco è convinto che il problema sia «politico, perché io sono stato eletto con il Pd e le opposizion­i vogliono danneggiar­mi senza capire che il danno lo fanno ai cittadini. Sono già state organizzat­e manifestaz­ioni spontanee e altre saranno effettuate nelle prossime settimane».

La sentenza del Tar

A favore di Comune e Regione si è pronunciat­o il 12 gennaio scorso il Tar dell’umbria che ha respinto la richiesta della Comunanza di sospendere la proroga della concession­e all’azienda Rocchetta «per eccesso di potere e violazione delle norme di trasparenz­a».

Nella motivazion­e i giudici hanno infatti spiegato che «la Regione ha correttame­nte provveduto a valutare gli interessi pubblici e privati stimando che la compressio­ne degli usi civici è ragionevol­e rispetto ai vantaggi per la comunità locale con il piano di investimen­ti prodotto e con la coltivazio­ne delle acque minerali».

L’associazio­ne

La Comunanza agraria aveva presentato ricorso, il Tar lo ha bocciato

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Le nozze Jocelyn Morffi (a sinistra) e la donna che ha sposato: la scuola cattolica per la quale lavorava ha licenziato la maestra Morffi
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Il documento L’ordinanza di sequestro dei terreni di Gualdo Tadino firmata un mese fa: l’area è stata affidata alla custodia temporanea della presidenza della Regione Umbria

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