Corriere della Sera

Piante & fiori Il record dell’italia

I risultati di un censimento durato tre lustri: con 8.195 specie autoctone siamo i primi in Europa per varietà di flora. Ma in Pianura Padana non ci sono quasi più querce e 26 specie sono ormai estinte

- Paola D’amico (foto di Beppe Di Gregorio via Acta Plantarum)

iamo primi in Europa alla voce biodiversi­tà. Secondi solo alla Turchia tra i paesi affacciati sul Mediterran­eo. oltre ottomila specie (8.195 per l’esattezza), la flora del Bel Paese è un patrimonio inestimabi­le. Ma molte sono le specie a rischio di estinzione. A cominciare dagli alberi ad alto fusto, come il Pino loricato, che dal punto di vista evolutivo è considerat­o un «fossile vivente»: si trova solo sui costoni rocciosi del Parco Nazionale del Pollino. O l’abete dei Nebrodi, che fino al Settecento ricopriva con fitte foreste le montagne siciliane e oggi è confinato sulle Madonie. Nel novero delle specie da tutelare ci sono arbusti e piante a fiore rarissime, «endemici», presenti solo in un luogo al mondo. È il caso dello «Sparviere», che cresce sui muri del Castello Sforzesco, a Milano, o della Bassia saxicola che si trova a Strombolic­chio, nelle Eolie.

L’inventario delle piante autoctone d’italia è stata pubblicato sulla rivista internazio­nale Plan Biosystems. Ed è il risultato di un lavoro durato 15 anni e soprattutt­o corale (51 i botanici in campo), coordinato dal Centro Ricerche Floristich­e dell’appennino, dalle Università di Camerino e Pisa e da Gabriele Galasso, l’esperto del Museo di Storia Naturale che compie quest’anno 180 anni di vita. In attesa di completare anche la radiografi­a delle specie aliene, che come l’infestante robinia o l’acacia in pochi decenni si sono diffuse togliendo talvolta spazio alle piante nostrane, i botanici hanno esplorato il territorio palmo a palmo cercando i superstiti di specie censite in passato. Racconta Galasso che «700 mancano ancora all’appello e purtroppo almeno 26 dobbiamo dichiararl­e ormai estinte. Di esse rimane traccia solo negli antichi erbari».

Hanno nomi antichi queste piante spontanee che un tempo abitavano le nostre regioni: nell’elenco si trovano per esempio l’aldrovanda vesiculosa, la Carlina acanthifol­ia, la Puccinella gussonei, il

Sanchus palustris e, poi, almeno cinque specie di ranuncolo.

«L’inventario è uno strumento fondamenta­le per la conoscenza e la tutela della biodiversi­tà», aggiunge Galasso. «Di queste specie censite — continua — 1.700 piante sono presenti solo nel nostro Paese. Il nostro patrimonio vegetale è una ricchezza che dobbiamo preservare». C’è anche una graduatori­a tra le regioni che vede il Piemonte al primo posto, seguito da Toscana e Lombardia, la cui pianura un tempo ospitava sconfinati querceti. Oggi gli esemplari di farnia, Quercus robur L., detta comunement­e quercia, si contano sulle dita di una mano. A differenza di alberi che in altre località del Paese hanno ridotto il loro areale a causa dei cambiament­i climatici, la farnia è vittima dell’uomo. «Mentre l’abete dei Nebrodi o il Pino Loricato sono residui delle glaciazion­i, erano cioè piante diffuse su vasta scala ma sono rimaste soltanto dove hanno avuto la possibilit­à di adattarsi ai mutamenti climatici — spiega Silvestro Acampora, arboricult­ore in forza al settore Verde del Comune di Milano —, la farnia, la pianta simbolo della Pianura Padana, ha caratteris­tiche tecnologic­he che la resero eccellente per le costruzion­i, dalle navi alle botti. Dalla corteccia della quercia, che nell’antichità era l’albero caro a Giove, si ricavava anche il tannino per colorare e per conciare i pellami». Il bosco planiziale della pianura ricco di farnie fu anche sacrificat­o all’agricoltur­a. Infine, alle grandi e possenti querce si preferì l’alieno gelso importato dalla Cina insieme ai bachi da seta. Proprio come l’alianto che, però, è diventato un flagello. Pino loricato

Da un punto di vista evolutivo è una sorta di «fossile vivente», una specie della famiglia delle Pinacee nelle cime dell’europa sud-orientale che si trova sui costoni del Parco Nazionale del Pollino Abete dei Nebrodi Pochi esemplari di abete mediterran­eo vivono sul massiccio montuoso delle Madonie. In passato, sino a fine Settecento, ricopriva con fitte foreste le montagne siciliane Zelkova Sicula

È un arbusto che può raggiunger­e un’altezza anche di 5 metri e che vive solo sui monti Iblei, in Sicilia

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Il disegno del ramo di una farnia, albero appartenen­te alla famiglia delle Fagacee: si tratta della quercia più diffusa nel Vecchio Continente Le specie di piante che gli studiosi ritengono si siano quasi sicurament­e estinte Le specie e le...
Quercia Il disegno del ramo di una farnia, albero appartenen­te alla famiglia delle Fagacee: si tratta della quercia più diffusa nel Vecchio Continente Le specie di piante che gli studiosi ritengono si siano quasi sicurament­e estinte Le specie e le...
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