Un altro appello per Lolita, l’orca in cattività da 47 anni Miami, la campagna per liberarla dall’acquario: è isolata, sta male. Ma i giudici hanno sempre detto no
È stata tenuta in cattività per oltre 47 anni, di cui 38 passati senza alcun contatto con individui della sua specie. Confinata in una vasca lunga solo quattro volte il suo corpo e alta sei metri nel punto più profondo, Lolita ha vissuto una vita lontana dall’oceano, dove le orche come lei nuotano per oltre 150 chilometri al giorno e si immergono nelle profondità marine.
Catturata con altri cinquanta cetacei nel 1970 Lolita vive nelle vasche del Miami Seaquarium con alcuni delfini. «La mancanza di un consimile nella vasca per tutto questo tempo ha di certo avuto un impatto sull’animale, sia dal punto di vista riproduttivo che comunicativo», spiega Claudia Gili, direttore scientifico e dei servizi veterinari della Costa Edutainment per l’acquario di Genova. Il movimento animalista «Free Lolita» sta chiedendo la liberazione del cetaceo da 25 anni, ma la Corte americana ha archiviato il caso nell’estate 2016.
Pubblico ed esperti si dividono: c’è chi vorrebbe vedere l’animale nuotare libero nell’oceano e chi sostiene che, date le precarie condizioni di salute dell’orca, il trasferimento potrebbe essere pericoloso. «L’animale non può essere liberato in mare dopo una vita in cattività. Si potrebbe però valutarne l’inserimento in un rifugio marino», spiega Joan Gonzalvo, biologo marino di fama internazionale, che nel giorno di San Valentino ha promosso una petizione con altri scienziati, tra i quali Giuseppe Notarbartolo di Sciara, per migliorare le condizioni di vita del cetaceo. Douglas Wartzok, docente di biologia all’università della California, in un’intervista al Miami Herald ha confermato che la migliore soluzione è lasciare l’animale dov’è. Il trasporto verso un rifugio marino può comportare un elevato stress per l’orca: numerosi studi stabiliscono una correlazione tra aumento degli spostamenti e diminuzione delle difese immunitarie. «Pur non conoscendo nello specifico il caso, ho lavorato con Winnie e Ulisse, due orche che hanno vissuto per diversi anni lontani da consimili — ricorda Gili —. I cetacei hanno forti capacità sociali, possiamo ipotizzare che alcuni dei delfini nati in vasca con Lolita abbiano adattato le proprie capacità acustiche per comunicare con l’orca, alleviandone così la solitudine».