IL BELGIO E FACEBOOK, UNA TIRATA D’ORECCHIO UTILE PER IL FUTURO
Immaginate di uscire dal supermercato e che qualcuno vi segua fino a casa per vedere come usate quello che avete comprato o vi pedini mentre andate in un altro negozio per controllare cos’altro acquistate. Secondo il tribunale di Bruxelles è quello che Facebook fa ogni giorno con i suoi utenti. Ecco perché i giudici belgi venerdì hanno minacciato di multare la società di Zuckerberg per 100 milioni di euro. Sotto tiro ci sono i cookies e le spie pixel che conservano i dati o le abitudini degli utenti su siti terzi. «Facebook segue il vostro comportamento di navigazione senza che ve ne rendiate conto anche quando non siete sulla piattaforma», si legge nelle motivazioni della sentenza. Al colosso di Menlo Park viene intimato di distruggere tutte le informazioni raccolte illegalmente in Belgio, pena una sanzione di 250 mila euro per ogni giorno di ritardo, per un importo massimo di 100 milioni di euro. Una cifra enorme se stessimo parlando di un supermercato. Ma bruscolini, se si considera che l’ultima trimestrale della società di Zuckerberg ha fatto registrare un +61% con 7,35 miliardi di utili. E’ presto dunque per cantare vittoria perché siamo solo all’inizio del processo di regolamentazione dei big data. Per progredire è necessario che i social network siano equiparati a piattaforme commerciali e che gli utenti siano considerati dei consumatori. Inoltre bisognerà attendere l’entrata in vigore della nuova legislazione europea sulla privacy. Dal 25 maggio le Commissioni sulla Privacy nazionali saranno competenti solo per le società con sede nel loro Paese. Nel caso di Facebook, che ha sede legale in Irlanda, la competenza spetterà quindi alla giustizia di Dublino non certo famosa per il suo pugno di ferro. Fino ad oggi quelle dei tribunali europei ai colossi della Silicon Valley sono state solo tirate d’orecchio. Ma sono passi in avanti che un giorno potrebbero diventare qualcosa di più.