Corriere della Sera

Il consiglio di Rino per gestire Cutrone «Faccia l’amore»

- Arianna Ravelli

MILANO Pillole dal manuale dell’apprendist­a grande allenatore Rino Gattuso, chiamato questa sera ad affrontare la Samp del maestro Giampaolo («ammetto che l’ho copiato in diverse cose, quando l’ho sentito a Coverciano mi ha affascinat­o»), che all’andata aveva dato la lezione più severa al Milan («Non ho guardato quella partita, abbiamo un assetto tattico e una mentalità diversi») e che è una concorrent­e diretta per l’ingresso in Europa. Come si gestisce un ventenne diventato titolare del Milan, inserito, dopo 13 gol stagionali, nelle classifich­e dei giovani che hanno segnato di più nella storia rossonera, paragonato un giorno a Pippo Inzaghi e l’altro a Daniele Massaro, già invocato per la Nazionale? Parlando d’amore. «Dobbiamo tutti volare basso. Cutrone deve lavorare, lavorare, lavorare. E riposare, riposare, riposare. Poi spero trovi una bella fidanzata, così sta a casa a riposare e fare l’amore». Come si gestiscono i calciatori che non giocano mai, dal momento che per dare certezze a una squadra che hai preso smarrita, hai deciso di puntare su un blocco granitico di 13-14 pedine? Parlando poco. «Inutile raccontare storie. Io martello i giocatori in campo, intervengo se hanno difficoltà tecnico-tattiche, ma nello spogliatoi­o sarò entrato due volte e non parlo molto con loro. Ma quando dico che nessuno deve mollare, mi riferisco a Borini che entra e segna due gol in dieci minuti, a Rodriguez che entra e segna. Questo è il nocciolo». Come si gestiscono le difficoltà degli impegni ravvicinat­i, quando mantenersi sempre sul pezzo fu impresa impossibil­e nel girone d’andata? Evitando di parlare di stanchezza. «Non voglio neanche sentirlo, spesso nasce dalla testa, non dobbiamo piangerci addosso, siamo preparati a far fatica, non dobbiamo aver paura di niente. Vedo i ragazzi recuperare bene durante la settimana. Poi se mentalment­e saremo pronti non lo so, lo voglio toccare con mano». In questo modo Gattuso cerca di esorcizzar­e le sue tre preoccupaz­ioni del momento: che Cutrone si monti la testa per i tanti elogi di questi giorni (ma a occhio non sembrerebb­e il tipo), che quelli che giocano poco si perdano per strada e che la squadra non regga questo ciclo di ferro. Poi, in verità, ce ne sarebbe anche una quarta perché il Milan dovrà fare a meno dello squalifica­to Kessie, fin qui un punto fermo che però in campo macina chilometri: «Non ce n’è uno simile in rosa. Ma lo sapevamo anche quando il mercato era aperto e abbiamo deciso di puntare su questo gruppo». Con ogni probabilit­à al suo posto giocherà Montolivo, nel ruolo di mezz’ala, e non Locatelli. Comunque sia, servirà una gara da squadra, migliore dei primi venti minuti con il Ludogorets, per intenderci, per arrivare al decimo risultato utile consecutiv­o. «Noi non possiamo sbagliare, loro sì perché sono avanti di tre punti. La nostra classifica non è bellissima, ecco perché rimando al mittente i compliment­i». La società, però, continua a farglieli e pensa al rinnovo. «Io posso aspettare anche fino al 31 agosto». Quando l’apprendist­ato di Rino sarà un bel pezzo avanti.

Di Francesco Ci vuole la trovata di un singolo, ma dentro un’idea di gioco

Oddo Siamo stati poco lucidi sotto porta e abbiamo regalato due gol

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(Reuters) Vent’anni Patrick Cutrone, 13 gol stagionali

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