Veleni e dimissioni Il caso De Luca jr agita i Democratici
Accuse a De Falco, Di Maio: chiamo la moglie
Acque agitate nel Pd per le accuse al figlio di De Luca che si dimette da assessore. Nella bufera anche De Falco, candidato del M5S.
NAPOLI Maglioncino, jeans e scarpette da ginnastica, Roberto De Luca ha scelto un incontro pubblico — la presentazione a dei candidati salernitani del Pd alle prossime Politiche — per annunciare le dimissioni da assessore al Bilancio al Comune di Salerno. Travolto dalle polemiche scoppiate dopo la diffusione, da parte del quotidiano online Fanpage, della puntata dell’inchiesta su appalti e rifiuti in cui il figlio del presidente della Regione Campania riceve nel suo studio l’ex camorrista Nunzio Perrella (spacciatosi per imprenditore) e gli dà indicazioni su come muoversi per ottenere l’appalto per lo smaltimento delle ecoballe stoccate in provincia di Napoli (operazione di competenza della Regione e in cui l’ex assessore di Salerno non ha quindi alcun ruolo ufficiale), De Luca jr rimette l’incarico, ma non ammette responsabilità. È indagato per corruzione dalla Procura di Napoli ma lui dice che «non c’è assolutamente nulla di nulla». Poi parla di «provocazione vergognosa» e di «vicenda oscura», e aggiunge che si dimette affinché sia chiaro «agli occhi di tutti che noi siamo portatori di correttezza, di trasparenza e di impegno civile».
Magari qualcuno dei presenti no, però. Perché mentre la sala applaude e poco ci manca che gli dedichi anche la standing ovation, la cronista di Fanpage Gaia Bozza, inviata a seguire la manifestazione, viene aggredita due volte, prima verbalmente e poi anche fisicamente. È una tipa sveglia e riesce a schivare gli schiaffi, ma per qualche momento se la vede brutta.
È quest’episodio che fa dire a Luigi Di Maio che quelli del Pd «sono nati comunisti e stanno morendo squadristi», mentre Renzi (che sostiene di non aver chiesto a Roberto De Luca di dimettersi e definisce la sua decisione «un gesto di serietà»), ribatte augurandosi che Di Maio venga querelato per aver definito, sabato durante un comizio a Genova, i De Luca «assassini».
E mentre la polemica politica assume toni sempre più duri, l’inchiesta di Fanpage pare riservare altre novità. Ci sono ancora cinque puntate in cantiere, e quella che sarà messa online oggi (anticipata da Massimo Giletti a Non è l’arena, su La7), racconta di come la camorra abbia creato delle condotte fognarie abusive per sversare veleni direttamente nei Regi Lagni, nelle campagne della provincia di Napoli. Ma più avanti si tornerà a parlare di politici e di loro uomini di fiducia, come il demitiano Biagio Iacolare, presidente di Sma, la società regionale per l’ambiente, molto legato a Vincenzo De Luca, e di Rory Oliviero, personaggio della politica minore già coinvolto in altre inchieste e oggi indagato dai pm di Napoli in quella nata dallo scoop di Fanpage.