Tante ricette senza cifre Costosa la flat tax, più credibili gli altri tagli
La coalizione formata da Forza Italia, Lega, Fratelli d’italia e Noi con l’italia-udc ha trovato un difficile compromesso su 10 obiettivi. La priorità è il taglio delle tasse con un’aliquota unica, la flat tax (non se ne indica però il valore) per famiglie e imprese. Il programma spazia dalla promessa della chiusura «effettiva» di Equitalia al «no alle politiche di austerità», dall’ «azzeramento della povertà assoluta» al «rimpatrio di tutti i clandestini», dall’ «introduzione del principio che la difesa è sempre legittima» alla «piena occupazione per i giovani», dall’ «elezione diretta del capo dello Stato» all’ «azzeramento della legge Fornero». Niente cifre sui costi né sulle coperture.
Fact checking
Nelle 11 pagine del programma non è presente neppure un numero. Pressoché impossibile, quindi, definirne il costo. Del resto, anche il punto qualificante, cioè la flat tax, non è quantificabile. Primo perché la proposta cui pensa FI (aliquota unica al 23%) è diversa da quella della Lega (15%), secondo perché gli stessi esperti sono giunti a valutazioni diverse. Per stare prudenti si possono riportare le parole dello stesso leader azzurro, Berlusconi, che a proposito della sua flat tax ha detto: «Il primo anno ci saranno entrate minori per circa 30 miliardi».
Secondo l’economista della Lega, Armando Siri, invece, la flat tax al 15% costerebbe 63 miliardi l’anno, 48 a favore delle famiglie e 15 delle imprese. Ma poi bisogna aggiungere tutto il resto, ovviamente non quantificato nel programma: via le tasse su donazioni e successioni e il bollo sulla prima auto, «no alle tasse sui risparmi», piano di investimenti infrastrutturali e industriali per il Sud, «piano straordinario per le zone terremotate», «azzeramento della povertà assoluta» con un piano di sostegno agli indigenti, «aumento delle pensioni minime e pensioni alle mamme», «estensione delle prestazioni sanitarie», «raddoppio dell’assegno minimo per le pensioni d’invalidità», «azzeramento della legge Fornero», «piano straordinario di riqualificazione delle periferie», «asili nido gratuiti e consistenti assegni familiari», «quoziente familiare», «piano di edilizia scolastica».
Fare tutto costerebbe diverse decine di miliardi all’anno (solo per la cancellazione della Fornero tra i 15 e i 20 miliardi). Credibile è la cancellazione delle tasse su donazioni e successioni che valgono circa 700 milioni l’anno. Poco credibile una flat tax dal costo di 63 miliardi l’anno, pari a 3,7 punti di Pil. Per avere un termine di paragone, il recente taglio delle tasse negli Stati Uniti, che il presidente Donald Trump ha presentato come epocale, vale in termini di minor gettito lo 0,7% del Pil americano l’anno per i prossimi dieci anni, secondo le stime della Bce. Per le coperture il centrodestra fa affidamento sulla crescita dell’economia che deriverebbe dall’abbattimento delle tasse. Nel programma non si quantifica nulla. Altre risorse, «almeno 40 miliardi», ha detto Berlusconi, arriveranno «dalla non elusione e dalla mancata evasione». Altre voci di copertura non definite sono: i condoni fiscali, il «taglio visibile agli sprechi» e dei contributi al bilancio Ue, il «no alle politiche di austerità».