Corriere della Sera

MENO STUDENTI, PIÙ OPERAI? OGNI PERCORSO HA DIGNITÀ

- Andrea Zirilli

Caro direttore, il fenomeno dell’alto numero di giovani che ha terminato la scuola, ma purtroppo non ha ancora trovato un lavoro, è il risultato di uno dei difetti più gravi del nostro mercato del lavoro: il cattivo coordiname­nto tra sistema scolastico-formativo e tessuto produttivo, che si manifesta anche nella mancanza di servizi efficienti e capillari di orientamen­to scolastico e profession­ale. È uno scenario di cui i giovani non sono direttamen­te responsabi­li.

Gentile signor Zirilli,

Nei giorni scorsi ha suscitato polemiche la lettera degli industrial­i di Cuneo rivolta a famiglie e studenti impegnati nella scelta della scuola superiore e dell’università. In sostanza il consiglio era di non farsi illusioni che il «pezzo di carta» sia un passeparto­ut per trovare lavoro. Meglio qualche anno di studio in meno a favore di una formazione come operaio o tecnico specializz­ato, figure che le aziende del Nord fanno fatica a trovare. Il tema, al di là del modo estremo in cui è stato posto, è molto serio. Nel nostro Paese c’è stata una svalutazio­ne del lavoro manuale incomprens­ibile, gli istituti tecnici e profession­ali sono considerat­i spesso dalle famiglie una scelta di serie B. Completame­nte diversa la situazione, ad esempio, in Germania dove dopo la scuola dell’obbligo lavoro e formazione in azienda si alternano con risultati ottimi dal punto di vista dell’occupazion­e giovanile. Le colpe sono sicurament­e del nostro sistema scolastico ma anche le aziende debbono farsi un esame di coscienza: quando gli stage vengono utilizzati per mettere i ragazzi a fare fotocopie non si fa un buon servizio alla formazione. L’appello giusto dovrebbe alla fine essere questo: studiate di più, specializz­atevi di più, ogni percorso e ogni lavoro ha la stessa dignità. E magari aumentiamo il numero dei laureati (soprattutt­o nelle materie tecniche e scientific­he), visto che abbiamo il record negativo in Europa.

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