Corriere della Sera

Sette storie di solitudini ingiuste. In cerca di ascolto

«La vita a pezzi» (Edizioni Solfanelli) raccoglie i testi di Bruno Nacci, ex professore di Filosofia con la passione per Blaise Pascal

- Di Carlo Baroni

Non c’è un momento preciso. E neanche un motivo vero (sempre che vecchiaia e malattia lo siano). Doveva andare così. Colpa del destino, per chi ci crede, o perché te la sei cercata, a sentire gli altri. La vita a pezzi (Solfanelli) non è solo il titolo del libro (copertina da stropiccia­rsi gli occhi) di Bruno Nacci. È quasi un monito a quello che potrebbe accaderci.

Sette racconti dove ci siamo dentro tutti. E non importa se il protagonis­ta è un prete o uno spacciator­e. Le nostre storie hanno tutte lo stesso canovaccio. Cambia solo l’abito di scena. Storie di solitudini ingiuste e tempi sbagliati. E ti senti come quando non riesci a trovare la frequenza giusta sulla radio. O il tuo cellulare perde la connession­e. La voce si fa flebile e lontana e arrivano parole senza senso. Ti muovi per la strada, cerchi campo, ma niente. Un attimo e il mondo ti ha lasciato solo. Persino le persone più care. Te la prendi con il telefono: lo maltratti, spegni e riaccendi. Niente. Non sai darti pace. E dall’altro lato del filo, magari, anzi sicurament­e, ti hanno già messo da parte: se ha bisogno richiamerà. Finisci parcheggia­to nell’archivio dei pensieri altrui.

Anche una coppia che si esaurisce «non ha più campo». Una vita insieme per accorgersi che manca tutto. È bastata una visita a una cugina malata per cambiare abitudini e svilire l’amore. Lei che vede solo le rughe del compagno. I capelli radi e sbiaditi. La schiena sempre più curva. Lui che è stufo di rimproveri inutili. Dovevi metterlo in conto ma pensi sempre che succeda agli altri. Certo anche tu diventerai vecchio, ma ti basterà ricalibrar­e interessi e passioni e tutto andrà come prima. E invece il muro che ti sbatte addosso emerge da una notte buia.

Gli amori e gli ideali. Quelli di un prete che accoglie una coppia clandestin­a, madre e figlia. E ritrova il calore della famiglia e il senso di una vocazione. Mangiare con qualcuno, le domande di una bambina. Il vuoto riempito da due presenze. In un mondo perfetto sarebbero contenti per te. In quello gretto c’è una comunità di presunti fedeli che ti fa le pulci. Magari si riempiono la bocca con l’accoglienz­a e l’aiuto ai poveri. Poi si nascondono dietro regolament­i e buon senso. Un prete che ospita due donne, la gente cosa dirà?

Passare il confine del politicame­nte corretto è un attimo. Chi vive vendendo droga la frontiera se l’è già lasciata alle spalle. Come nel racconto dello spacciator­e che infrange le sue certezze contro una malattia imprevista. Le stanze anonime di un ospedale, la morte del vicino di letto, la freddezza dei medici. Un altro mondo, talvolta, persino più spietato di quello che si è lasciato fuori. Tra «le vite a pezzi» anche quella di una donna che trova, forse, l’amore con un ragazzo più giovane. E se non ti chiami Brigitte Macron non è così facile da portare avanti. O il generale in pensione che passa in rassegna un’esistenza che non è stata come avrebbe voluto. Scrutiamo le vite degli altri come si guarda una fiction in prima serata. Sono storie che non ci riguardano. Noi siamo diversi. Migliori, senza dubbio. Bruno Nacci ha un passato da professore di Filosofia e un presente di occhi aperti sulle ombre che ci circondano. Ha scritto molto di Blaise Pascal e allora si capiscono tante cose.

 ??  ?? Il volume ● La vita a pezzi di Bruno Nacci è pubblicato da Edizioni Solfanelli (pagine 168,
13). Nacci (Milano, 1948) è saggista e traduttore
Il volume ● La vita a pezzi di Bruno Nacci è pubblicato da Edizioni Solfanelli (pagine 168, 13). Nacci (Milano, 1948) è saggista e traduttore

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