«Carolina mi incanta ancora in questo pattinaggio dove l’atletismo batte l’arte»
Katarina Witt: «La mia Carmen ha saputo raccontare una storia»
verdetto va accettato».
A Vancouver 2010 l’americano Lysacek vinse l’oro senza quadruplo.
«Stiamo parlando di un’era precedente. In otto anni è cambiato tutto. Però mi chiedo che impatto avrà sul fisico di questi ragazzi un pattinaggio così estremizzato. Non avranno vent’anni tutta la vita: saranno adulti felici?».
L’ambiente è tormentato dai disturbi alimentari: Lipnitskaya anoressica, Gold depressa. Ne vale la pena?
«No. Quando hai 15 anni come Alina Zagitova non ti preoccupi del futuro. Sei piena di energie, vuoi pattinare e vincere. Però ci sono organismi che dovrebbero intervenire mettendo paletti. Dobbiamo proteggere i nostri talenti».
I saltatori dal trampolino devono rispettare un rapporto peso/altezza.
«Qualcosa di simile, ecco».
Nel mondo delle bambine,
Inarrivabile Katarina Witt è nata a Weststaaken, nell’ex Germania Est, il 3 dicembre 1965. Ha vinto l’oro del pattinaggio ai Giochi di Sarajevo 84 e a quelli di Calgary 88. Ha vinto anche 4 titoli mondiali (Reuters)
Carolina Kostner.
«Vedo il suo sforzo di non perdere il treno delle migliori, di avvitarsi a 31 anni sui salti, lunga com’è. Il suo programma corto mi toglie il fiato: è bellissimo».
Carolina è da podio qui in Corea?
«Se vince
il corto, magari...».
Poi deve fare salti puliti nel libero, però.
«Io credo che per Carolina la vera medaglia sia essere arrivata a Pyeongchang dopo la punizione ricevuta per qualcosa che non ha fatto. La sua squalifica mi è dispiaciuta molto. Solo un profondo amore per il pattinaggio può averle fatto ritrovare la motivazione. Ha già il bronzo di Sochi: che si senta leggera...».
Le consiglia di continuare?
«Quando è ora di smettere, te ne accorgi: ti svegli una mattina e, semplicemente, lo sai».
Zagitova o Medvedeva per l’oro?
«Alina è più matura dei suoi 15 anni, fa salti impressionanti. Medvedeva a 18 anni ha l’espressività. Ma non chiedermi di scegliere, non è giusto».
Faranno la fine di Lipnitskaya?
«Spero che la Federazione russa abbia imparato la lezione».
Trent’anni da quella iconica Carmen.
«Era la dimostrazione che la Ddr poteva essere sexy, raccontare una storia, sedurre. Socialismo contro capitalismo, una tedesca dell’est contro una rivale afroamericana, Debby Thomas. In quell’olimpiade ho flirtato con il pubblico. Sono stata Carmen».
Dove tiene le medaglie e i trofei?
«In una vetrina nella casa di Berlino. I due ori olimpici e l’ultimo dei miei quattro ori mondiali. Tutto il resto è in una sacca in solaio».
Rifarebbe tutto?
«Ogni singola cosa, inclusi gli errori».
Ha letto le 3 mila pagine del rapporto Stasi con il suo nome?
«Qualcuna. Tutto sarebbe stato troppo. Bisogna sapersi lasciare alle spalle il passato: la vita va avanti, non indietro».
È ancora una donna di potere, oggi, Katarina?
«Sono sempre stata considerata tale e questo mi ha dato la possibilità di scegliere. Rivendico, come Catherine Deneuve, il diritto di flirtare senza essere molestata. Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere: ogni tanto, per fortuna, ci si incontra».