«Certi farmaci aiutano anche se spesso è difficile trovare spiegazioni»
«Faccio davvero fatica a trovare un legame logico e clinico tra uso del meldonium e miglioramento delle prestazioni nel curling: credo che quello dell’atleta russo ai Giochi sia soprattutto un caso d’ignoranza farmacologica, magari indotto da qualche consigliere male informato». Giuseppe Capua, medico sportivo e presidente della Commissione Ministeriale Antidoping, conosce bene la casistica del doping negli sport «insospettabili» come curling, scacchi, dama o bridge. «Da un lato — spiega Capua — i praticanti di certe discipline faticano a considerarsi atleti e a rispettare le norme previste dal codice Wada: come tutti noi sedentari, usano farmaci pensando solo alla salute e non alla legge sportiva. Dall’altro ci sono principi attivi efficacissimi Presidente che sono effettivamente Giuseppe Capua dopanti per determinati
sport. Pensiamo ai betabloccanti in discipline come bridge e tiro con l’arco, che aiutano a ridurre i tremori e rendere gesti e concentrazione molto più efficaci. Chi pratica il curling non deve correre ma essere lucidissimo nelle sue scelte, che si svolgono in pochi istanti. E certi farmaci, magari proibiti, possono aiutarlo molto. Immaginare che il doping sia efficace solo nel migliorare potenza, resistenza o velocità nelle grandi discipline è un grosso errore. Il nostro compito è quello di monitorare tutti gli sport, commissione ministeriale e Nado Italia lo fanno sistematicamente anche tra quelli “minori”».