Ripicche, imbarazzi e sospetti: è guerra Russia-wada
Il caso di doping nel curling rischia di avere pesanti ripercussioni sul riavvicinamento con il Cio
È guerra aperta, dopo il caso doping del bronzo nel curling misto Alexander Krushelnitckii, tra Wada e Russia. L’agenzia antidoping, forse attivata da un Cio molto infastidito, ha messo nel mirino la portentosa 15enne pattinatrice Alina Zagitova. Un tecnico prelevatore ieri sera ha interrotto l’allenamento della campionessa europea chiedendole di fornire sangue e urine. Turbata, Alina non è più stata in grado di riprendere gli esercizi. Piccata la reazione dello staff, che si è lamentato perché è stata impe- dita l a preparazione di una candidata all’oro ( che potrebbe essere l’unico della Russia squalificata, a Pyeongchang con 168 atleti « neutri » ) .
Il meldonio nelle urine di Krushelnitckii ha scatenato l’offensiva. In attesa della risposta del laboratorio di Seul sul c a mpione di Z a g i t ova , molte cose restano da spiegare. Dmitry Svishchev, presidente della Federazione Russa di curling parla di « atto s o v ve r s i vo » : «Dal 2015 Alexander ha passato 11 test antidoping. Negativi. Potrebbe esserci di mezzo una volontà politica per raggiungere un determinato obiettivo » .
E p p u r e q u a l c u n o d ov r à spiegare al Tas, che ha aperto una procedura a suo carico, il perché della positività. L’ipotesi del sabotaggio, che sarebbe avvenuto nel r i t i ro preGiochi in Giappone, non convince né il Tas né il Cio, che entro la fine della settimana è c h i a mato a decidere sulla proposta di reintegro nella fa- miglia olimpica del Comitato r us s o , s o s pe s o pe r i l noto scandalo doping ai Giochi di Sochi 2014. Soltanto un comportamento irreprensibile degli atleti OAR ( Olympic athletes from Russia) e il pieno rispetto dei valori etici e di lealtà avrebbe concesso l oro la chance di sfilare con la divisa nazionale e la bandiera nella cerimonia di chiusura. Il clamoroso caso doping, paradossalmente nella disciplina in cui i giocatori si arbitrano da soli in nome di un fair play superiore, fa piuttosto pensare a un prolungamento della squalifica.
Krushelnitckii ha riconse- gnato l’accredito, la confraternita del curling è sotto choc: a cosa serve il doping nel lancio delle pietre?
Il presidente del Cio Thomas Bach, atteso ieri a Casa I t a l i a , h a ma n d a t o a va n t i un’influenza ( diplomatica?) per giustificare il forfeit. L’imbarazzo del Comitato olimpico è evidente. Il Cio è irritato anche perché la Russia non ha ancora el argito il f i nanziamento di 13 milioni di euro promesso per la lotta al doping, che in realtà è una multa travestita. Proprio come gli atleti OAR in questa Olimpiade.
Controllo a sorpresa L’allenamento della pattinatrice Zagitova è stato interrotto per un controllo a sorpresa