Corriere della Sera

Bombe, assalti Nella trincea del fronte curdo

Oltre 250 morti in 3 giorni. Il regime vuole riconquist­are la roccaforte ribelle di Ghouta, alle porte della capitale. L’onu: «Una crescente tragedia». I medici: «Qui manca tutto»

- Di Lorenzo Cremonesi

I l regime siriano di Bashar Assad lancia «la grande operazione finale» per la riconquist­a della roccaforte ribelle di Ghouta: missili e bombe, 400 mila civili in trappola. Da domenica circa duecento morti, compresi sessanta bambini. Le organizzaz­ioni umanitarie denunciano «una seconda Aleppo». Reportage dal fronte settentrio­nale, tra le milizie curde siriane Ypg sulle colline teatro dello scontro fra curdi, turchi e lealisti siriani. I convogli di Assad entrano ad Afrin. Il leader turco Erdogan ordina di fare fuoco.

MANBIJ (SIRIA) Bombe su bombe, missili, attacchi mirati con jet, droni ed elicotteri: così il regime siriano lancia quella che definisce «la grande operazione finale» per la conquista di Ghouta. Le conseguenz­e sono drammatich­e per i circa 400.000 civili, in maggioranz­a sfollati, che dal 2013 sono circondati in questa roccaforte storica della rivoluzion­e che dal 2011 cerca di defenestra­re Bashar Assad e la sua nomenklatu­ra. I medici locali, le squadre degli «elmetti bianchi» (i volontari che cercano sopravviss­uti tra le macerie), oltre alle organizzaz­ioni umanitarie internazio­nali e all’onu, denunciano l’inverarsi sanguinoso di «una seconda Aleppo». I primi bilanci sono gravissimi: almeno cento morti, se non 130, oltre a 325 feriti da lunedì. E il numero dei morti sale a quota 250 se si conta da domenica. Tra loro, sessanta bambini e un numero simile di donne.

L’inviato speciale dell’onu, Staffan De Mistura, abbandona i toni diplomatic­i per puntare decisament­e il dito contro il regime di Damasco e i suoi quadri militari, che ben poco potrebbero fare senza l’aiuto determinan­te degli alleati russi, iraniani e la milizia sciita libanese dell’hezbollah. «Siamo di fronte a una crescente tragedia. Se abbiamo imparato una qualche lezione da Aleppo è tempo di metterla in pratica», dice ricordando le stragi di civili al tempo dell’attacco contro le brigate ribelli nell’autunno-inverno 2016. A suo dire occorre che la comunità internazio­nale non resti passiva.

Le immagini che arrivano dalla cittadina assediata a una ventina di chilometri dalle periferie orientali della capitale sono quelle di palazzi distrutti, gente che cerca disperatam­ente ripari nelle cantine, tra le rovine già ripetutame­nte colpite. Sei cliniche locali sono state colpite, e gli ambulatori mancano di tutto, sono segnalati decessi per denutrizio­ne, non c’è acqua potabile, i pozzi sono inquinati. «La situazione è catastrofi­ca. I civili non sanno dove scappare. Migliaia di persone sono troppo deboli per muoversi», denunciano i dottori locali.

Ma il regime è davvero deciso a proseguire. Da Ghouta le brigate ribelli periodicam­ente sparano missili verso il cuore di Damasco. Secondo i media ufficiali, negli ultimi giorni almeno otto persone sarebbero state uccise dai proiettili sparati dall’enclave assediata. Assad si sente forte. Le vittorie riportate dalle sue truppe assieme agli alleati negli ultimi mesi aumentano la sua determinaz­ione. Dopo la vittoria di Aleppo ha costretto i nemici sconfitti nella zona di Idlib a Nord. Se riuscisse a prendere Ghouta guadagnere­bbe di popolarità tra i suoi seguaci e persino tra una parte dei suoi critici nella capitale che però sono stanchi di guerra e sofferenze. La cittadina ha sempre costituito una spina nel fianco per il regime. Da qui sono partiti tanti degli attentator­i suicidi che hanno colpito nel cuore della capitale. Dunque Assad non si fermerà, anche a costo di causare altri massacri di civili.

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Un volontario dei «caschi bianchi» soccorre un bambino rimasto ferito sotto le bombe sganciate sulla roccaforte ribelle di Ghouta, in Siria
 ??  ?? Soccorsi Bambini feriti in un ospedale di Duma, città nell’enclave ribelle di Ghouta Est. Sono almeno 60 i piccoli uccisi dalle bombe delle forze filo regime da domenica (Epa)
Soccorsi Bambini feriti in un ospedale di Duma, città nell’enclave ribelle di Ghouta Est. Sono almeno 60 i piccoli uccisi dalle bombe delle forze filo regime da domenica (Epa)

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