Sulle urne l’allarme dal cyber-spazio «Gli 007 contro le manipolazioni»
La relazione annuale dei servizi segreti: rischio di attacchi jihadisti ancora alto
ROMA La minaccia terrorismo è «tutt’altro che esaurita». I nostri asset strategici sono presi di mira. Le nostre mafie sono affiancate da quella cinese, nigeriana, albanese e russofona. Ma è il cyber-spazio a generare crescenti preoccupazioni dell’intelligence, specie in vista delle elezioni.
Secondo la relazione annuale dei servizi di sicurezza al Parlamento, presentata ieri a Palazzo Chigi dal premier, Paolo Gentiloni e dal direttore del Dis, Alessandro Pansa, non c’è solo il pericolo degli attacchi hacker. Ma che lo strumento cibernetico diventi «sempre di più un agevolatore di attività di influenza realizzate attraverso la manipolazione e la diffusione mirata di informazioni» acquisite con intrusioni nel cyber-spazio per «orientare le opinioni pubbliche, fomentare le tensioni socio-economiche, accrescere l’instabilità politica». Una minaccia che prende forma con campagne basate su «ingenti risorse finanziarie» per condizionare il «sentimento delle opinioni pubbliche, specie quando sono chiamate alle urne». Un pericolo che vedrà gli 007 al lavoro nelle
Gentiloni Sempre più la difesa da rischi per la sicurezza informatica è la difesa dell’italia Dobbiamo difendere i nostri asset strategici Però introdurre dazi o barriere sarebbe farsi male da soli
prossime elezioni ha annunciato il direttore del Dis, Alessandro Pansa: «Abbiamo messo a disposizione la nostra capacità e organizzazione per essere sempre presenti ed evitare che la votazione subisca influenze negative».
«Sempre più la difesa da rischi per la sicurezza informatica è la difesa dell’italia» ha detto il premier Gentiloni che ha definito «preziosa» l’attività dell’intelligence contro le «tante minacce». A partire dal terrorismo jihadista, per il quale restiamo un obiettivo simbolico a causa del Vaticano. Nella relazione si lancia l’allarme anche sulle infiltrazioni grazie al nuovo fenomeno degli «sbarchi occulti». Con la diminuzione degli sbarchi dalla Libia (-34% nel 2017 rispetto a 2016), tornano ad aumentare quelli da Algeria (+70%) e Tunisia (+49%) con approdi che avvengono sotto costa nell’agrigentino e nel Trapanese, spesso «di notte per eludere la sorveglianza marittima, aumentando con ciò la possibilità di infiltrazione di elementi criminali e terroristici». All’attenzione anche l’«effetto blowback»: il rischio del rientro dai teatri di guerra dei foreign fighters e della possibilità che tornati a casa «decidano di passare all’azione».
In un «ordine mondiale riconfigurato», in cui l’occidente è chiamato a «rinegoziare un ruolo dato a lungo per acquisito», l’intelligence evidenzia il ritorno alla ribalta di minacce che sembravano sopite: da quella atomica a quella eversiva. E l’accentuata competizione per accaparrarsi beni, servizi e asset strategici. «Sono andate intensificandosi — scrivono gli 007 — le manovre di attori esteri, sospettati
Allerta fake news L’intelligence: aumenta il pericolo di diffusione mirata di informazioni per orientare le opinioni
di operare in raccordo con i rispettivi apparati di intelligence, attivi nel perseguimento di strategie finalizzate ad occupare spazi crescenti di mercato, anche attraverso pratiche scorrette, rapporti lobbistici, esautoramento o avvicendamento preordinato di manager e tecnici italiani, nonché ingerenze di carattere spionistico per l’acquisizione indebita di dati sensibili». «Occorre difendere i nostri asset strategici», ha detto Gentiloni, ribadendo il suo «no a dazi e barriere che sarebbe farsi male da soli». «Lontani da chi interpreta la difesa degli interessi nazionali in chiave nazionalistica, non siamo però — ha rimarcato — anime belle che ignoriamo la tutela dei nostri interessi». Quanto al riemergere di rigurgiti eversivi ha concluso: «Il rischio non può esser mai dato per superato».