Corriere della Sera

«Gentiloni? Prodi sbaglia È sfumatura del renzismo»

Bersani: il segretario ci accusa di aiutare Salvini, è un imbroglion­e

- di Monica Guerzoni

«Noi siamo messi meglio di quel che si dice».

Pier Luigi Bersani, Liberi e uguali non viaggia al di sotto delle aspettativ­e?

«No, ci sono pezzi di Italia dove i sondaggi non arrivano. Le tv oscurano la campagna di Leu, ma nelle sale c’è sempre più gente che sedie, gente normale che ha dei problemi. Registrere­mo un buon risultato, come al referendum».

Renzi vi accusa di favorire la vittoria di Salvini.

«È ora di smetterla, uno che fa affermazio­ni del genere è un imbroglion­e. Hanno voluto testardame­nte un sistema in gran parte proporzion­ale e adesso non possono parlare di voto utile mascherand­olo da maggiorita­rio. Non c’è aria per questi trucchetti».

Il Pd prenderà una botta?

«Sì, il grande popolo che fu del centrosini­stra è largamente diviso, stiamo cercando di recuperarl­o noi. Con l’aria che tira, fronteggia­re la destra senza mettere in campo le energie disperse dal Pd è pura illusione».

Prodi che vota Insieme e sostiene il Gentiloni bis, è un compagno che sbaglia?

«Credo che il termometro di Romano non misuri bene la temperatur­a. Insieme è una sfumatura del Pd, Gentiloni è una sfumatura del renzismo. Ma non tira aria di sfumature, se si misura la temperatur­a del Paese».

Con Gentiloni il vostro no al dialogo cambierebb­e?

«Più di mettere otto voti di fiducia sulla legge elettorale, cosa deve fare Gentiloni per testimonia­re il renzismo? Non bastano i tratti di carattere. Risposte che espungono la questione sociale, come Insieme o la Bonino, lasciano un varco alle destre. È nel disagio che sta montando una destra regressiva, se non si va lì con delle proposte si apre una questione democratic­a».

La democrazia è a rischio?

«Se Forza Nuova entra nei consigli comunali e Casapound ● Pier Luigi Bersani, 66 anni, è uno dei fondatori di Mdp-articolo Uno che a dicembre è confluito, con Sinistra italiana e Possibile, nel cartello elettorale di Liberi e uguali

● Più volte ministro tra il 1996 e il 2008 con i governi Prodi I e II, D’alema I e II e Amato, è stato segretario del Pd dal 2009 al 2013 prende l’8% a Lucca, è ora di capire che c’è un problema. Se ci sono rigurgiti fascisti o atti violenti si va in piazza tutti, come abbiamo sempre fatto. E si aggiustano le leggi. È mai possibile che gente che grida Sieg heil a braccio levato partecipi alle elezioni? Terzo, chiediamoc­i dove prendono i voti Forza Nuova e Casapound. Nella rabbia, nelle periferie, in fondo alla gerarchia del lavoro. Se non ci va la sinistra, prima o poi ci va la destra. È pura illusione pensare di difendere il sistema democratic­o continuand­o a dire che i cieli sono azzurri, invece di mettere mano alla questione sociale».

E lei, pensa di fermare la destra rifiutando ogni accordo di governo col Pd?

«Il tema è più profondo. Noi adesso dobbiamo rappresent­are, poi il Parlamento aggiusterà. Vogliamo costruire una grande area progressis­ta, che si basi su una sinistra sociale di governo. Discuterem­o con tutti quelli che sono disposti a parlare di lavoro vero e buono, Fisco progressiv­o, sanità e scuola. E non andremo con la destra, punto».

d Con Zingaretti siamo aperti e vogliamo allargare la sinistra

A destra si dice che Prodi lavori a larghe intese tra Pd, M5S e Leu. È così?

«Siamo alla fantapolit­ica».

Sosterrebb­e i cinquestel­le al governo, o no?

«La gente da loro non si aspetta buon governo, spera che scoppi un reset. Ma stanno chiudendos­i in una monade, con le loro regole e le loro guardie e ladri. L’elettore pensa di accendere una miccia, invece mette il voto in frigo».

Ha cambiato idea?

«Parleremo anche con loro, hai visto mai che questo solipsismo cambi. Adesso non ne vedo le condizioni, ma dirò loro che si può essere per bene anche nel mondo di tutti, senza mettersi in un sopramondo come un arcangelo che sguaina la spada».

Mai al governo col Pd?

«Vedremo. Ci vorrebbe una svolta di cui adesso non si vede traccia. Siamo oltre il problema della governabil­ità tecnica, altri Paesi hanno avuto problemi ad allestire il governo e hanno trovato il modo. Il problema più profondo è che un pezzo di Paese non ne vuole sapere e vorrà segnalare il distacco. L’urgenza principale è rappresent­are, poi ragionerem­o, ma solo con quelli che condividon­o la necessità di ridurre la disuguagli­anza».

Fa bene Gentiloni a togliere il canone Rai agli over 75?

«I soliti bonus. Sarebbe meglio pensare alla non autosuffic­ienza».

Appoggiate Zingaretti sperando che diventi il segretario del dopo Renzi?

«Non è che noi li consideria­mo tutti quanti allo stesso modo. Nelle liste di Renzi si è vista la volontà di spianare tutto quello che guarda a sinistra, mettendo dentro forze che siano poi disponibil­i ad altri orizzonti. Zingaretti ha una diversa disponibil­ità a discutere, siamo aperti e vogliamo rendere più larga una sinistra di governo».

Grasso vi ha delusi?

«Il problema non esiste. È l’idea vivente di un concetto di legalità, pulizia, serietà al governo e senso dello Stato. L’incontro con Corbyn non è una cosa estemporan­ea, ma la linea di una sinistra che parte dal grande tema sociale».

Molti pensano che fosse meglio Bersani. Rimpianti?

«Non esiste, Bersani fa la sua parte e basta».

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Chi è
 ??  ?? L’incontro Pietro Grasso, 73 anni, e Jeremy Corbyn, 68, leader laburista, ieri a Londra
L’incontro Pietro Grasso, 73 anni, e Jeremy Corbyn, 68, leader laburista, ieri a Londra

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