Corriere della Sera

L’allarme di Leoluca Orlando «Lo squadrismo antifascis­ta è una degenerazi­one politica»

- F. C.

PALERMO Le prime bordate erano cominciate meno di un mese fa quando a Palermo si sono infittiti gli assalti agli autobus cittadini, soprattutt­o nei quartieri a rischio come lo Zen dove il 30 gennaio qualcuno ha sparato un colpo di pistola contro la vettura della linea 619 con diversi passeggeri a bordo.

Episodio preceduto dall’esplosione di un estintore su un’altra vettura. Delinquenz­a comune, rappresagl­ia di balordi, baby gang, si sospettava incerti. Ma con la sua squadra di Forza Nuova Matteo Ursino si era subito fatto avanti promettend­o «tutela agli autisti», pronto a promuovere «ronde militanti» per «una difesa popolare». E immediate erano scattate le proteste contro l’estrema destra da parte del Forum antirazzis­ta, dell’arci, dell’anpi e di una ventina di sigle, tutte ieri tornate alla carica per protestare contro la possibilit­à di un comizio di Roberto Fiore a Palermo sabato prossimo. «Si scatena l’odio comunista contro Forza» diceva ieri il leader nazionale della formazione di estrema destra.

Argomento di dibattito ieri sera al pronto soccorso del Civico, fra gli amici di Ursino, a cominciare dal vice di Fiore, il palermitan­o Giuseppe Provenzale: «Sappiamo tutti chi può essere stato. E lo sa anche il sindaco Orlando che continua a chiamarli “ragazzi” o “antagonist­i” senza capire che il linguaggio è quello delle Brigate Rosse. Non a caso rivendican­o per mail di avere “sanzionato” Ursino».

Evita la replica diretta Leoluca Orlando, deciso piuttosto ad annunciare «la costituzio­ne di parte civile contro gli aggressori che speriamo vengano individuat­i». Preoccupat­o per la spirale che rischia di stravolger­e la città, parla di «degenerazi­one politica» e aggiunge: «Ferma la nostra condanna per quello che è accaduto perché allo squadrismo non si risponde con comportame­nti squadristi­ci».

Tutti temono il rischio della reazione, ma in corsia in ospedale fino a notte fonda Provenzale e gli altri «camerati» di Ursino erano decisi al contrattac­co politico: «Non diremo noi chi è stato perché lo sanno tutti. Certo non è stato il Pd. Ma sia nel Partito democratic­o che in Liberi e Uguali, da Boldrini a Grasso, non hanno fatto altro che gettare benzina sul fuoco con una campagna del “dagli al fascista”».

Resta il nodo del comizio di sabato. Che fare? Che cosa proporrà il sindaco?

«L’unica cosa da fare è di impedire che continui l’incitazion­e alla violenza. E Fiore ovunque vada sembra che cerchi di amplificar­e le tensioni. Anche se una cosa deve essere chiara: nessuna violenza è giustifica­ta, nemmeno quella degli squadristi entrati in azione un pomeriggio a Palermo con atteggiame­nti criminali. Il fascismo non si combatte con lo squadrismo, bensì con la cultura e la resistenza».

Il vice di Fn «Sappiamo tutti chi può essere stato Il linguaggio è lo stesso delle Brigate Rosse»

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Chi è ● Leoluca Orlando, 70 anni, sindaco di Palermo al quinto mandato (non consecutiv­o)

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