Corriere della Sera

L’operaio si lega ai cancelli: ora non lasciateci soli

- Ri.que.

«Ho sentito che il ministro Calenda ha detto che i rappresent­anti di Embraco sono gentaglia. Sia chiaro: noi lavoratori,invece,gentaglia non siamo. Abbiamo sempre dimostrato serietà. Siamo qui per lavorare, non per fare casino». A parlare è Daniele Simoni, operaio alla Embraco di Riva Chieri.ieri si è svegliato alle 4 per arrivare puntuale al turno del mattino. Era da un po’ che ci pensava. A un atto dimostrati­vo,qualcosa che attirasse l’attenzione. Alla fine si è deciso. Lo ha fatto.

Perché legarsi ai cancelli della fabbrica?

«È un modo per dire che non bisogna giocare con le persone. E per fare capire allo Stato, in particolar­e al ministro Calenda che ha preso in mano la situazione,che non deve lasciarci soli. Meritiamo rispetto».

Da quanto tempo è in Embraco?

«Da 25 anni. Prima si chiamava Aspera, poi Whirlpool e poi Embraco. Adesso ho 54 anni fatti il 28 gennaio. Mia moglie fa l’insegnante. Abbiamo una figlia di 21 anni. Che ne sarà di quelli che hanno superato i 50 se restiamo in mezzo a una strada?».

Quanto tempo intende restare qui?

«Fino a sera. Poi torno a casa. A 50 chilometri da qui.ogni giorno mi faccio 100 chilometri per venire al lavoro. E domattina alle 4 suona la sveglia».

Cosa la preoccupa di più?

«Il mutuo. Ma c’è gente che sta peggio di me. Penso ai colleghi marito e moglie che lavorano entrambi qui. Per loro è davvero un dramma».

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