Corriere della Sera

Il mistero del ronzio che tormenta gli abitanti di Windsor

Disturba il sonno, non si sa cosa sia

- Di Sara Gandolfi

Quando si parla di misteri, il Canada non è secondo a nessuno. Gli esempi non mancano, spesso al di là del macabro. C’è davvero una barca fantasma che veleggia lungo lo stretto di Northumber­land, come narra la leggenda? Da dove viene il suono che dal profondo dell’oceano disturba la fauna in un’area marina dove cacciano gli inuit? E a chi appartengo­no i piedi amputati ritrovati sulle spiagge della costa intorno a Vancouver (17 in dieci anni)? Ma il giallo più inquietant­e è quello che da diversi anni colpisce Windsor, in Ontario, appena oltre il fiume che la separa da Detroit, negli Stati Uniti. È una cittadina che «ronza».

Il rumore è una sorta di bassa vibrazione che alcuni dei 220.000 abitanti — misteriosa­mente, non tutti — avvertono da ormai sette anni e di cui nessuno ancora ha scoperto Area 51», in ricordo della base militare super segreta nel deserto del Nevada, e c’è chi tira in ballo la fantascien­za, gli Ufo e perfino esperiment­i nucleari top secret o tunnel sotterrane­i per permettere la fuga dagli Stati Uniti in caso di catastrofe o dittatura. Altri, più banalmente, puntano il dito sui megacomple­ssi industrial­i della zona,

Il rumore

È una sorta di bassa vibrazione che alcuni cittadini avvertono da ormai sette anni

già ex capitale dell’auto americana.

Professori universita­ri ed esperti del governo canadese dal 2011 cercano di dipanare la matassa. Finora, nessuna conferma della presenza di alieni. US Steel tace sulla natura specifica delle sue attività sull’isola che, ricordano i mass media canadesi, «è strettamen­te sorvegliat­a dai funzionari della sicurezza

privata e della sicurezza nazionale dei vicini Stati Uniti».

A rendere ancor più fitto il mistero, è la direzione che prende il ronzio: perdono il sonno soltanto sulla sponda canadese del fiume Detroit; in Michigan nessuno lo sente. E per ora gli americani fanno spallucce. «Il problema è che non esiste un accordo internazio­nale Detroit

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