Corriere della Sera

L’ECONOMIA RESPONSABI­LE UN TEMA CENTRALE ANCHE NEL DOPO-ELEZIONI

- Di Elisabetta Soglio

«Dobbiamo accelerare la rivoluzion­e positiva. La gravità dei danni causati dall’effetto serra e l’aumento delle disuguagli­anze lo esigono». Il messaggio che l’economista Jacques Attali ha lanciato ieri dalle pagine dell’inserto Buone Notizie merita di non cadere nel vuoto. Sono ormai molte le scuole economiche e di pensiero nate per proporre modelli alternativ­i, dove la legge non è (solo) quella del profitto e dove si cercano ricette per costruire e diffondere un mercato sostenibil­e. In Italia, abbiamo l’economia del bene comune di cui è da sempre sostenitor­e il professor Stefano Zamagni, l’economia civile e della felicità raccontata fra gli altri dal professor Leonardo Becchetti, la scuola delle generativi­tà e gli esempi di finanza etica e di responsabi­lità sociale di impresa. Ma tanto lavoro fatto finora davvero ancora non basta. Attali sta raccoglien­do proposte dal basso per arrivare a formularne una da sottoporre al prossimo G20 e anche in Italia è giusto chiedersi quali cose possano aiutare questo processo di trasformaz­ione collettiva. La riforma del Terzo settore ha avuto come pregio quello di introdurre un nuovo concetto di impresa sociale, utile per togliere questi mondi dall’angolo dell’assistenzi­alismo proponendo la chiave della sussidiari­età, ma bisogna vigilare affinché non uno dei buoni propositi della legge vada perduto con gli scossoni del post-elezioni. I mercati finanziari devono sempre più premiare le politiche responsabi­li verso l’ambiente incentivan­do così le aziende a rivedere i propri modelli di business. Il tema dell’economia circolare dovrebbe diventare centrale nelle agende di chi governa. Qualche segnale positivo si vede: se il ministro Carlo Calenda sulla vicenda Embraco denuncia il dumping socio-ambientale, viene da augurarsi che questo nuovo modo di intendere l’economia, facendo attenzione alle persone e all’ambiente e non unicamente al profitto, possa rapidament­e diventare nuova bussola anche per chi governa.

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