Arcipelago Italia: l’architettura attraversa il Paese
Il progetto di Mario Cucinella
L’ architettura può essere pericolosa, dice giustamente Mario Cucinella, curatore del Padiglione Italia della Biennale Architettura 2018 (a Venezia dal 26 maggio al 25 novembre): quando un progetto non è frutto dell’ascolto di una comunità, né è una risposta a domande e a bisogni, può irrimediabilmente «far male» a un pezzo del nostro Paese. Qualche archistar potrà riflettere. Partendo da questo presupposto, Cucinella proporrà a Venezia un «attraversamento della Penisola nella sua parte più intima (foreste, borghi e piccole città) alla scoperta di nuovi luoghi e architetture». Per approdare ai cinque «Progetti per il Paese», il cuore del Padiglione, sono stati contattati 550 studi di architettura che hanno prodotto una selezione finale di 65 lavori. Un approccio in sintonia con il lavoro 2015-2017 svolto dalla Direzione generale Arte e architetture contemporanee e periferie urbane del ministero dei Beni culturali retta da Federica Galloni. E con la spinta del ministro Dario Franceschini per la valorizzazione dei centri minori italiani.
Cucinella proporrà il lavoro di sei studi per cinque progetti che attraversano l’«arcipelago Italia», questo il nome del Padiglione, lungo l’asse dell’appennino e fino alle Isole. L’arcipelago dei centri minori e delle aree verdi si ottiene sottraendo dalla Penisola le grandi aree metropolitane: è il 60 per cento del territorio con il 25 per cento della popolazione italiana. Non un Padiglionemostra ma un Padiglione-laboratorio. Cinque progetti con sei studi italiani. Primo: recupero del Teatro di Consagra a Gibellina, in Sicilia, con ripensamento del contesto. Secondo: la ricostruzione di Camerino, pensando alla fase transitoria. Terzo: una casa della salute immaginata a Ottana, in Sardegna, città conosciuta per lo sviluppo industriale mancato. Quarto: ipotesi di una segheria per riattivare l’economia delle splendide foreste casentinesi, tra Emilia Romagna e Toscana, pensando anche alla cura dei boschi. Quinto: progetti di connessione e rilancio per gli scali ferroviari di Ferrandina e Grassano nell’area di Matera.
Paolo Baratta, presidente della Biennale, sottolinea come «Arcipelago Italia» si inserisca bene «nel contesto della Mostra internazionale che ha come titolo Freespace in quanto non rappresenta semplicemente un motivo di compiacimento per l’eredità del passato ma perché contribuisce a inquadrare meglio le caratteristiche del nostro spazio abitato». La forma-base per l’allestimento del Padiglione sarà la sinuosità, caratteristica di tutti gli arcipelaghi. Lì, spiega Cucinella, «si smaterializza la tradizionale contrapposizione tra Nord e Sud». Sullo sfondo, il rilancio del sistema-paese dal punto di vista di questa «altra Italia» declinata nell’arcipelago: una possibile «altra economia» legata al patrimonio naturalistico e culturale locale, ai saperi, alla tradizione dei lavori. Anche questo, vuole insomma dirci «Arcipelago Italia», è architettura del nostro tempo.