Matera rilancia il museo dei tesori e ospita i 319 pezzi unici della Lettura
Da dopodomani la mostra al rinnovato «Domenico Ridola» nella città Capitale europea della cultura 2019
Una galleria che raccoglie i grandi nomi dell’arte contemporanea internazionale. È la «galleria senza pareti» formata da centinaia di copertine del supplemento culturale del «Corriere della Sera», che da venerdì 23 febbraio sarà in mostra a Matera. Trecento’19 Duemila’19. 319 copertine d’autore della «Lettura» per Matera Capitale europea della cultura 2019 è il titolo dell’esposizione, coprodotta da Fondazione Corriere della Sera, «la Lettura», Fondazione Matera-basilicata 2019 e Polo museale della Basilicata — e voluta da Aurelia Sole e Paolo Verri (presidente e direttore generale della Fondazione Matera-basilicata 2019) e Marta Ragozzino (direttore del Polo museale della Basilicata) — tra gli eventi che anticipano Matera2019.
Da venerdì, quando la mostra sarà inaugurata alle 19, le 319 copertine d’autore de «la Lettura» saranno ospitate in una sede prestigiosa, il Museo archeologico nazionale Domenico Ridola. Il museo più antico della regione, parte del Polo museale della Basilicata, che proprio quel giorno inaugura il nuovo allestimento.
«Il museo — spiega la direttrice Marta Ragozzino — ha sede all’interno di uno dei complessi settecenteschi più belli di Matera, il convento delle Clarisse, fatto costruire dall’arcivescovo de Los Ryos a pochi passi dal Palazzo del Seminario, il primo edificio realizzato fuori dai Sassi alla fine del Seicento, che oggi ospita il Museo nazionale d’arte medievale e moderna».
Qui, su un’unica strada pedonale, «vissuta dalla città come una creativa piazza degli incontri e dei saperi — continua Marta Ragozzino — si affacciano i due musei fulcro del sistema museale del Polo della Basilicata e motore della vivace e interdisciplinare attività culturale che in questi ultimi anni ha caratterizzato il pensiero (e le pratiche concrete) di Matera Capitale europea della cultura 2019».
Il Museo archeologico porta il nome del senatore Domenico Ridola (Ferrandina, 1841Matera, 1932), intellettuale, medico, archeologo, ricercatore e uomo politico, che lo fondò nel 1911. «Ridola donò allo Stato le sue importanti raccolte, costituite da materiali naturalistici, oggetti etnografici e, soprattutto, preziosi reperti archeologici, in prevalenza testimonianze preistoriche, provenienti dagli scavi da lui stesso condotti nel territorio materano».
Le raccolte di Domenico Ridola, che aveva esplorato il territorio rupestre materano, «sono state nel tempo accresciute dai successivi direttori e soprintendenti, protagonisti della vicenda archeologica della Basilicata moderna, e ora rappresentano uno dei patrimoni più significativi e ricchi tra quelli conservati ed esposti nei musei della regione». Patrimoni che arrivano dalla preistoria, con attestazioni provenienti da insediamenti paleolitici e neolitici, ma anche documentazioni dei contesti funerari protostorici e i contesti delle età successive «che dimostrano, con abbondanza di ritrovamenti, i contatti tra popolazioni indigene e coloni greci insediati sulla costa. Vicende antiche che, anche nel cuore di una terra apparentemente defilata come la Basilicata, ma in verità crocevia di culture, permettono di ragionare sulle migrazioni di ieri e di oggi. Sulla cit- tà e i suoi cittadini, vecchi e nuovi».
Venerdì 23 il museo presenterà l’allestimento rinnovato. «Negli ultimi mesi — precisa Marta Ragozzino — abbiamo sentito l’esigenza di rendere più accessibile e accogliente questo antico museo, che conserva reperti e oggetti straordinari ma anche le storie di tante persone (di ieri e di oggi) e in qualche modo le radici di una comunità, oggi più ampia e plurale, più differenziata di quanto, forse, non fosse ai primi del Novecento. Per ricucire e attualizzare questa memoria e condividere un percorso partecipativo che coinvolga — durante tutto il 2019 — la comunità materana nella definizione del nuovo museo della città e del territorio, abbiamo riordinato in senso cronologico l’allestimento del museo, dotandolo di nuovi supporti grafici e fotografici, capaci di veicolare in maniera più efficace e a tutti più comprensibile i contenuti e le storie che il Museo Ridola conserva e sempre meglio deve poter raccontare».
Seguendo l’idea guida «che informa tutte le attività culturali del Polo della Basilicata», cioè «che all’interno dei musei il patrimonio più importante siano le persone, che devono poter vivere sempre un’esperienza positiva, costruttiva, gratificante, sentendosi a casa nei musei, case della cultura per la comunità».
Nella grande sala centrale del Museo Ridola, da venerdì fino al 23 aprile, troveranno casa le copertine d’autore de «la Lettura», pubblicate dal primo numero del 13 novembre 2011 fino al 7 gennaio 2018. Trecento19 vetrine, scelte proprio per Matera2019, che settimana dopo settimana offrono spazio alla sensibilità visionaria di grandi autori (pittori, scultori, fotografi, architetti, registi, ma anche poeti e scrittori): da Ai Weiwei a Armin Linke, passando per Damien Hirst, David Lynch, Emilio Isgrò, Mimmo Paladino, Anselm Kiefer, William Kentridge, Jan Fabre, Gianni Berengo Gardin, Gabriele Basilico, Adonis, Douglas Coupland e tanti altri. Opere che, all’interno del Museo Ridola, entreranno in dialogo con la storia millenaria di Matera, ma anche con la storia del supplemento, attraverso l’esposizione di 19 copertine della storica «Lettura», che uscì dal 1901 al 1945 e poi, con formule diverse fino al 1952, da cui tutto ebbe inizio.