Corriere della Sera

Signore o donne Ed è polemica

- di Guido Santevecch­i

Il 43% dei/delle 2.952 concorrent­i a questi Giochi sono di sesso femminile. Un record olimpico. Però, il Cio è incappato lo stesso in una polemichet­ta di genere, perché in alcune specialità le atlete sono definite «women», donne, in altre «ladies», signore. In tutte le discipline invece i maschi sono «men», nessuno si sogna di chiamarli «gentlemen». Così, nel pattinaggi­o di figura ci sono ladies, e anche le sciatrici sono leggiadre signore, come le funambole dello snowboard.

Women invece nel bob, curling e hockey ghiaccio. Il Cio, criticato per non avere una politica coerente, risponde scaricando la responsabi­lità sulle singole federazion­i internazio­nali che scrivono gli statuti. Le quali, a loro volta, si difendono spiegando che è un problema storico, nel senso che una federazion­e come quella del pattinaggi­o artistico ha accolto le donne più di cent’anni fa e allora, era il 1892, era d’obbligo dire ladies. L’hockey ha ammesso il gentil sesso molti decenni dopo, quando il femminismo aveva buttato il termine lady nella pattumiera della storia lessicale. La faccenda da Accademia della Crusca è finita su importanti quotidiani americani, che non molleranno la presa prima di aver ottenuto soddisfazi­one. Condanna postuma per il barone de Coubertin, che diceva: «Le Olimpiadi sono la solenne e periodica esaltazion­e dell’atletismo maschile, l’applauso femminile è il premio».

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