Corriere della Sera

Douglas Costa rivela «Al Gremio ci dissero di perdere per non venire uccisi»

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«Ci dissero che, al ritorno a Porto Alegre, se avessimo vinto, la gente avrebbe invaso la pista in aeroporto e non saremmo potuti partire: i tifosi del Gremio avrebbe voluto ucciderci. Sarebbe stata una macchia per la storia del Gremio dare il titolo all’internacio­nal. Se avessimo battuto il Flamengo saremmo morti, invece loro vinsero 2-1 e fummo tutti felici». In una lunga intervista al canale brasiliano «Pilhado» su Youtube, lo juventino Douglas Costa (foto) conferma ciò che all’epoca, dicembre 2009, in molti avevano ipotizzato. Ovvero che il Gremio, team in cui giocava, si fece deliberata­mente battere dal Flamengo (finì 2-1) che grazie a quella vittoria conquistò il titolo di campione del «Brasilerao», che altrimenti sarebbe andato all’internacio­nal di Porto Alegre. Quest’ultima squadra, con la maglia rossa in onore di Giuseppe e Anita Garibaldi, è la concittadi­na e acerrima rivale del Gremio. «Io dribblavo da una parte e dall’altra, ma sempre lontano dalla porta — continua Douglas Costa —. Era una partita difficile da giocare. Non potevo dare tutto me stesso ed era brutto, dovevo giocare per non vincere». La squadra, prima di partire per Rio, aveva ricevuto un preciso diktat dalla torcida: «Perdere e perderemo». Così andò: tra i più attivi nel Flamengo nei festeggiam­enti c’era Adriano, l’imperatore che di quel «Brasilerao» fu il capocannon­iere (19 reti).

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