«Le mie risorse sono sane»
Ma il proprietario del Milan non spiega la sua reale situazione
Il presidente e proprietario del Milan, Yonghong Li, reduce dal capodanno cinese, ha preso tastiera e computer e ieri dalla Cina ha inviato una nota dopo che «nelle ultime quarantotto ore sono state riportate dai media alcune notizie irresponsabili che hanno danneggiato il Club, le mie società, la mia famiglia e me stesso». Il riferimento è all’inchiesta del Corriere della Sera sul crac cinese di mister Li. Cioè la storia del dissesto della sua holding, costretta da un tribunale a vendere all’asta su Taobao, pochi giorni fa, il patrimonio (l’11,39% nella società quotata Zhuhai Zhongfu) per restituire un prestito alla Banca Jiangsu. E ciò mentre un’altra banca creditrice, la Banca di Canton, chiedeva a un altro tribunale di dichiarare la liquidazione per bancarotta della cassaforte del proprietario del Milan, già insolvente prima di chiudere l’acquisto del club per 740 milioni.
«Non comprendiamo che finalità abbiano queste voci», afferma un po’ misteriosamente Li. Però più che voci sono fatti e atti firmati, numerati e protocollati fino a pochi giorni fa. Tutti rintracciabili al tribunale del distretto di Futian nella città di Shenzhen o all’ufficio di Canton della Consob cinese che ha messo sotto indagine la holding.
Tuttavia, senza entrare mai nel merito delle vicende societarie e giudiziarie, l’uomo d’affari residente a Hong Kong garantisce che «la situazione relativa a tutte le mie risorse personali è completamente sana, e sia il Club sia le mie società, stanno lavorando regolarmente». E aggiunge: «Da quando ho acquistato il Milan ho affrontato ogni tipo di difficoltà e sopportato una pressione senza precedenti». Uno stress che probabilmente si somma al pensiero del debito (scadenza ottobre 2018) da oltre 300 milioni con il fondo Elliott che gli fa pagare tassi fino all’11%, indice indiscutibile di un soggetto ad alto rischio. Anche alla Figc hanno acceso i riflettori sul Milan e sabato si sarebbero La vicenda
● Yonghong Li, 48 anni, ha acquistato il Milan il 13 aprile 2017
● Nel giugno del 2017 Yonghong Li presenta le credenziali alla Lega Calcio
● Il Milan è costato 740 milioni: 340 arrivati da fondi offshore, 300 dal prestito con il fondo Elliott e 100 milioni dal patrimonio di Yonghong Li
● Il prossimo appuntamento è il versamento dell’ultima tranche di 10 milioni dell’aumento di capitale da 60 previsto per il cda del 26 febbraio dati appuntamento a Roma i vertici del club e il commissario della federazione calcio, Roberto Fabbricini.
È indirizzata ai tifosi ed è una mozione degli affetti rossoneri quella di Li che auspica che «non venga data credibilità a notizie non vere», senza però precisare quali: gli atti del tribunale? I documenti ufficiali di Borsa? Da segnalare che secondo fonti giornalistiche cinesi ieri la società quotata Zhuhai Zhongfu avrebbe negato che mister Li sia suo azionista (e quindi suo il pacchetto messo all’asta). Se ne dovrebbe quindi dedurre che le credenziali di Li presentate a banche e Fininvest fossero false? Improbabile. Mentre è noto che il cinese utilizza prestanome nei suoi affari. Comunque il patron del Milan desidera che ci si concentri «su ciò che sta più a cuore a me e a tutti voi, ovvero la gestione e la crescita della squadra». Assicura il presidente di aver guardato ogni partita, di «aver visto molti giocatori versare lacrime per aver perso una partita» o i dirigenti Han Li e Marco Fassone «esultare di gioia per le partite vinte». E poi ringrazia tutti anche a nome della moglie: «Buon anno».
Nuovo giallo
In Cina la società Zhuhai Zhongfu avrebbe negato che Li sia suo azionista