«È arrivata la felicità», temi seri e un tocco di leggerezza
Dopo il grande successo del 2015, sono tornati Claudia Pandolfi (Angelica) e Claudio Santamaria (Orlando) nella seconda stagione di È arrivata la felicità, la serie in 12 puntate scritta da Ivan Cotroneo, Monica Rametta e Stefano Bises, diretta da Francesco Vicario e prodotta da Rai Fiction con Publispei (Rai1, martedì e mercoledì, ore 21.25).
Sotto forma di commedia brillante, È arrivata la felicità si offre come un affresco di vita familiare, con i problemi della vita che la quotidianità ci riserva e che a volte mettono a dura prova anche i rapporti più solidi. Già la convivenza di una famiglia allargata non è delle più facili, ma se poi la malattia di Angelica («quel lato notturno della vita», diceva la Sontag del suo tumore) piomba come un fulmine a ciel sereno, allora tutto cambia, tutto diventa più difficile.
Il grande merito di Ivan Cotroneo, qui sorretto molto bene da Bises e Rametta, è quello di aver introdotto nell’immaginario di Rai1 i temi della contemporaneità, di aver affrontato argomenti che fino a ieri erano tabù (l’omosessualità, per esempio), ma di averlo sempre fatto con grazia, con leggerezza, con ironia. È più servizio pubblico una serie come È arrivata la felicità che i tanto decantati documentari di Angela figlio (quelli li sanno fare anche Sky Arte e Discovery, magari meglio), ma narrativizzare i problemi non è cosa da tutti. Anche qui Angelica (si autodefinisce rompiscatole, anche se il termine che lei usa è più icastico) e Orlando (di natura più «distratta») interrompono la storia per rivolgersi direttamente al pubblico, mentre alle loro spalle una scenografia di ingranaggi ironizza sulla complessità del pensare. Ma intanto si aprono altre sottotrame, altri piccoli universi. Non sempre la recitazione è all’altezza del progetto (questo è uno dei guai della cinematografia italiana), ma la colonna sonora aiuta non poco a risollevare gli animi.