Corriere della Sera

Boko Haram torna a rapire «Sparite 111 ragazze»

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Questa volta sembrava che le studentess­e fossero riuscite a scappare e a mettersi in salvo. Perché i fanatici di Boko Haram non hanno fatto irruzione di notte nella loro scuola come accaduto alle poverette di Chibok quattro anni fa quando furono sorprese nel sonno nel dormitorio del loro liceo. Questa volta l’attacco è avvenuto intorno alle 6 del pomeriggio, a bordo di pickup e annunciato da spari e urla in strada che hanno messo in fuga le ragazze e le loro insegnanti prima che gli estremisti entrassero nell’edificio, nel villaggio di Dapchi, regione di Yobe, sempre nel Nordest della Nigeria. Ma due giorni dopo l’incursione ne mancano all’appello almeno centoundic­i. Vane finora le ricerche dei familiari nei villaggi vicini. Ma le autorità nigeriane non parlano di rapimento, soltanto di dispersi.

Secondo il personale scolastico, al momento dell’attacco nella Girls Science Secondary School c’erano 710 allieve dagli 11 anni in su. Mentre il paese si svuotava nel fuggi fuggi generale, le studentess­e in preda al panico si sono nascoste nella boscaglia. «Le ragazze se ne sono andate nella foresta prima dell’arrivo dei miliziani», ha ricostruit­o la polizia locale parlando con la Cnn.

Gli estremisti di Boko Haram si sarebbero avventati sulle provviste della scuola, portandole via insieme a macchinari medici e tecnologic­i. E poi avrebbero messo le mani anche sulle ragazzine rimaste indietro. «Ho visto ragazze urlare e chiedere aiuto a bordo di tre veicoli Tata», ha riferito alla Reuters un uomo di un villaggio vicino costretto dai miliziani a indicare loro la strada. L’agenzia di stampa britannica ha raccolto altre testimonia­nze ma sempre in forma anonima visto che le forze di sicurezza nigeriane hanno vietato alla gente di parlare della scomparsa delle ragazze. Proprio la settimana scorsa, nel primo grande processo contro Boko Haram, un tribunale nigeriano ha condannato 205 imputati e ne ha rilasciati 475. L’alto commissari­ato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Unhchr) si è detto «preoccupat­o» per il maxi processo a porte chiuse che le autorità nigeriane hanno avviato nei confronti di oltre 2.300 presunti miliziani.

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