«Altre sanzioni per le bollette a 28 giorni»
Cardani (Agcom): aumenti dell’8,6%? L’antitrust verificherà se c’è un’intesa
«Nuove sanzioni agli operatori di telefonia che insistono con le bollette a 28 giorni». Il presidente dell’agcom, Angelo Marcello Cardani, al Corriere: «Intese? Verificherà l’antitrust».
Un braccio di ferro che va avanti da quasi un anno, dalla delibera con la quale l’autorità di garanzia nelle comunicazioni ha vietato la bolletta a 28 giorni agli operatori di telefonia fissa, imponendo la fatturazione mensile. Dopo la legge di Bilancio, che ha recepito questa indicazione, allargandola alla telefonia mobile e ai servizi di pay tv, le compagnie sono obbligate ad adeguarsi a partire dal prossimo 4 aprile. Ma nel frattempo continuano le offerte con cadenza di pagamento a 28 giorni e gli operatori di telefonia hanno annunciato che il passaggio alla cadenza mensile sarà accompagnato da un aumento delle tariffe dell’8,6% per recuperare i ricavi che altrimenti verrebbero meno.
Presidente le compagnie continuano a proporre contratti con fatturazione a 28 giorni. Come è possibile? «Le società – risponde il presidente dell’agcom, Angelo
Marcello Cardani – si difendono dicendo che il termine indicato dalla legge per adeguarsi è il prossimo 4 aprile. In realtà, la legge ha esteso anche alla telefonia mobile e alla pay tv quello che nel marzo 2017 noi avevamo già previsto per la telefonia fissa e le offerte convergenti, ovvero la cadenza mensile. Dunque, gli operatori continuano ad essere inadempienti rispetto alla nostra delibera, la cui validità è stata confermata dal Tar Lazio. Per questo abbiamo avviato nuovi procedimenti sanzionatori per le società».
Gli operatori hanno deciso che col passaggio alla fatturazione mensile scatterà un aumento dei prezzi dell’8,6%. Possono farlo?
«Il singolo operatore può fissare liberamente i suoi prezzi, ma se tutti gli operatori contemporaneamente o quasi fissano lo stesso aumento viene compromessa la libertà dei consumatori, che se volessero recedere non saprebbero presso quale società andare per trovare prezzi migliori. Per questo abbiamo scritto all’antitrust, che sta verificando se dietro questo movimento dei prezzi ci sia un’intesa tra gli operatori, implicita o esplicita».
Avete anche diffidato le società in merito al rispetto degli obblighi in materia di recesso. Può spiegare di cosa si tratta? «Se sono un utente cui vengono unilateralmente cambiate le condizioni contrattuali, ho il diritto di recedere dal contratto senza subire conseguenze negative, quindi senza pagare penali, né costi di disattivazione né eventuali ulteriori rate di attivazione o per l’uso del modem, perché questo non è il caso di un recesso anticipato. Inoltre, le
modalità del recesso devono essere le stesse previste per la stipula. Quindi anche on line e non più, come una volta, solo per raccomandata».
Quindi, per esempio, se in bolletta c’è un canone per il modem per 24 mesi e ne sono passati 12, l’operatore, in caso di recesso per modifiche di contratto, non può chiedere il pagamento dei restanti 12 canoni. Giusto?
«Giusto, a meno che le rate siano per l’acquisto del telefono o del tablet. In questo caso comunque abbiamo detto alle società che il dovuto non può essere chiesto in un’unica rata a meno che non lo scelga l’utente. Quanto al modem in comodato d’uso, basta restituirlo. Su questo, potrebbero esserci presto delle novità». Quali?
« Oggi i modem vengono spesso forniti dagli operatori obbligatoriamente e senza che siano interoperabili nel caso l’utente cambi gestore. Una situazione critica rispetto al Regolamento europeo sulla Net Neutrality, su cui interverremo dopo che, tra un mese, sarà conclusa la consultazione pubblica». È in sospeso la questione
dei rimborsi, dopo che il Tar ha deciso che si pronuncerà nel merito a ottobre.
« Stiamo valutando le modalità con cui venire incontro ai rilievi del giudice amministrativo in modo da salvaguardare anche gli interessi degli utenti ».