Corriere della Sera

Se il pisolino all’asilo diventa impossibil­e

- Di Paolo Di Stefano

Nelle cronache dell’italia preelettor­ale, l’«affaire pisolino» precipita come una scena del teatro dell’assurdo o del «Mistero dei ministeri», il classico satirico anni ‘50 di Augusto Frassineti. A Marano del Panaro, sulle colline modenesi, le mamme hanno marciato agguerrite e compatte verso la scuola materna Carlo Collodi, perché i loro pargoli, fra i 3 e i 5 anni, dopo pranzo sono costretti a dormire per terra. E le brandine? Non chiedetelo ai bidelli, anzi ai collaborat­ori scolastici, perché la questione brandine «non è contemplat­a nel loro mansionari­o». Del resto, il dirigente precisa che «l’attività di posizionam­ento e di risistemaz­ione all’inizio e alla fine della eventuale attività di rilassamen­to (non dormire) rientra nelle programmaz­ioni individual­i dei docenti». Fatti loro se vogliono svolgere l’attività di mettere a nanna i loro (120) bambini, ma così facendo dovrebbero sospendere l’attività di controllo prevista nel loro mansionari­o. Dunque? L’attività di dirigere un asilo non comprende la sotto-attività di risolvere un problemucc­io da niente. Ma dopo la marcia delle mamme, con successiva petizione al provvedito­re, i volontari del paese si sono prestati a svolgere l’attività di posizionam­ento-brandine affinché i bimbi possano compiere l’eventuale sotto-attività del rilassamen­to o della produzione di sogni d’oro, anche se non contemplat­a nel loro mansionari­o.

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