Lo spettacolo in teatro a Londra che racconta la sua vita da adulto e a Milano la mostra con i cimeli Il maghetto amato da genitori e figli
mezzanotte davanti alle librerie in attesa dell’arrivo del nuovo episodio della saga di J.K. Rowling (gli ebook da scaricare sull’ipad non esistevano ancora) oggi sono genitori. E hanno cresciuto la loro prole con le storie del maghetto con gli occhiali.
Impossibile non pensare al rinnovato successo di Harry
Raffigurano animali, figure geometriche e impronte di mani in ocra e nero e, con le conchiglie usate per fare i colori, rivoluzionano l’idea di umanità. «Provano — spiega il filosofo della scienza Telmo Pievani — che è esistito un altro modo di essere umani, ora scomparso». Le pitture rupestri ritrovate in Spagna (sopra) risalgono almeno a 64 mila anni fa, come dimostra uno studio pubblicato oggi su Science, e sono quindi state dipinte dai Neanderthal 20 mila anni prima che l'homo sapiens, la nostra specie, arrivasse in Europa. Lo stesso indicano le conchiglie e gli oggetti ornamentali che un altro studio, sempre uscito ieri ma su Science Advances e di cui è coautore il geoarcheologo dell’università di Trento Diego Angelucci, datano a 115 mila anni fa. «Significano che Neanderthal conosceva il comportamento simbolico — dice Angelucci —, aveva cioè la capacità di creare oggetti che non hanno una funzione pratica ma quella che gli viene attribuita per il loro significato. È l’origine della cultura, ciò che ci identifica come umani». Finora si pensava che l’espressione artistica fosse esclusiva di Homo Sapiens.«homo Neanderthalensis è comparso in Europa quando la nostra specie compariva in Africa: aveva un cervello di dimensioni analoghe — aggiunge Giorgio Manzi, paleoantropologo dell’università la Sapienza di Roma — ma differenze morfologiche e genetiche». Non per questo, sappiamo ora, era meno «umano» di noi. Potter davanti alla febbre, a Broadway, per l’arrivo della piéce teatrale che racconta Harry adulto (e padre), «Harry Potter and the Cursed Child» e che ha già debuttato nel West End a Londra. C’è anche Milano, sulla mappa globale di questo fenomeno: «Harry Potter: the exhibition», è la mostra che registrerà un prevedibile