Corriere della Sera

I PARTIGIANI IN CONVENTO UNA STORIA DI RESISTENZA

- Aldo Cazzullo

Caro Aldo, come figlia del comandante partigiano di Giustizia e libertà, Aldo Laghi, mi ribolle il sangue per talune affermazio­ni di Pansa: «Parlo della guerra dello schieramen­to antifascis­ta dominato dall’unico partito che si era sempre opposto al regime di Mussolini… Altri partiti non esistevano… stavano nei Comitati di liberazion­e ma non contavano nulla». Non è andata così. Per esempio, la battaglia delle Grange Sevine, combattuta da mio padre anche con l’apporto della 42° Garibaldi, fu una grande vittoria partigiana. Mio padre non ha mai avuto un commissari­o politico e non stava negli uffici, come scrisse nei Diari, editi da Franco Angeli. Stella Bolaffi

Cara Stella,

L’intervista a Giampaolo Pansa ha procurato molte reazioni, spesso critiche. Personalme­nte mi arricchisc­e sempre confrontar­mi con chi la pensa in modo diverso. Resto convinto del carattere plurale e vasto della Resistenza: sia perché molti partigiani non erano comunisti; sia perché a opporsi ai nazifascis­ti nelle varie forme furono civili, donne, religiosi, militari, carabinier­i, prigionier­i nei lager tedeschi. Colgo l’occasione per accennare alla storia di suo padre. Aldo Laghi si chiamava in realtà Giulio Bolaffi. Imprendito­re (era il Bolaffi dei francoboll­i), ufficiale degli alpini, fu tra i primi a salire in montagna, nelle valli di Lanzo. Grande organizzat­ore, comandante coraggioso, salvò centinaia di ebrei, sconfisse i tedeschi in campo aperto come lei ha ricordato. Il comando della sua divisione era nel convento dei frati francescan­i di Susa, che non esitarono a prestare i loro sai per nascondere i partigiani durante i rastrellam­enti. Sono stato a visitarlo, e ho letto questa lapide:

«In tempi oscuri animati dalla fede e dalla speranza / di un giusto avvenire / i frati minori conventual­i /formando un unico blocco / con la popolazion­e tutta di Susa / ospitarono il comando della lotta / per la liberazion­e della patria. / Con immutata riconoscen­za, / i partigiani della divisione alpina Gl Stellina».

La IV Divisione Giustizia e libertà, comandata da Aldo Laghi, si chiamava in effetti Stellina: come lei, cara Stella, sua figlia.

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