Vicenda Embraco, le responsabilità dell’italia e dell’europa
Caro Aldo, sono d’accordo con il suo articolo di ieri sul caso Embraco: un mini trattato di politica ed economia. L’europa (e il mondo) sono dei tavoli dove si gioca a poker e dove si siedono anche i nostri rappresentanti italiani fortissimi soltanto nel... rubamazzo!
Carlo Leonardi
Come si può sovvertire questo andamento del mondo del lavoro? Mi strazia sentire ciò che un’operaia ha scritto all’amministratore dell’embraco, la sensazione di sentirsi scaricata come inutile... una realtà comune a tanti, identica alla mia.
Danilo Cesarano
Con certi Paesi dell’est noi non possiamo competere. L’amministratore ha fatto il suo dovere, spostando la produzione dove gli costa meno (è pagato per quello). I diritti dei lavoratori qui non c’entrano, perché dall’altra parte ci sono altri lavoratori che attendono, magari accettando una paga che è la metà della nostra, oppure senza contributi. Ma, sicuramente, bisogna continuare a trattare.
Alvaro Novelli
Non si vuole capire che il lavoro non è un diritto divino inalienabile. Un’azienda non è un genitore che ha il dovere di mantenerti e sostenerti: se l’azienda va male ed è in perdita deve licenziare. È il sistema a essere profondamente sbagliato.
Giuseppe Di Proprio
La vicenda Embraco mi sembra paradigmatica del fallimento dell’ue. Come si fa a stare insieme se ogni Stato ha le sue leggi, le sue tasse, le proprie forze armate, i suoi debiti e le proprie risorse? Queste diversità, alla quale nessuno rinuncia, comportano un continuo, strisciante, conflitto tra nazioni tendente a migliorare le condizioni dei propri cittadini a discapito di quelli degli altri Paesi.
Mauro C.
Il caso Embraco è anche un po’ colpa nostra. Abbiamo il costo delle retribuzioni tra i più alti in Europa perché il nostro Stato ha sempre bisogno di soldi che poi spende male.
Mario Bocci