Corriere della Sera

Il senso di Madrid per il flamenco Una città per ballare

Patrimonio Unesco, attira turisti da tutto il mondo. Il segreto? Disperazio­ne e rinascita. In un passo

- Federica Bandirali

Intensità, amore e divertimen­to: il flamenco esprime, a ritmo di musica e passi di danza, tutta l’anima di una nazione passionale come la Spagna. A Madrid, capitale mondiale del flamenco, si assiste a un boom di aperture di scuole con insegnanti profession­isti pronti a tramandare i segreti di un’arte che risale almeno a quattrocen­to anni fa. Un ballo che non conosce il passare del tempo, dunque, e che continua ad affascinar­e migliaia di italiani che arrivano a trasferirs­i nella metropoli spagnola solo per conseguire il diploma in flamenco. Una danza che per molti ha superato il tango in popolarità (e passione).

Se da una parte le agenzie di viaggio organizzan­o dall’italia veri e propri tour madrileni nei più importanti club e taverne di flamenco al mondo, dall’altra sono le stesse scuole di danza che invitano appassiona­ti e curiosi a iscriversi, con pacchetti ad hoc, a corsi di flamenco. Moduli intensivi che si snodano anche su un solo fine settimana: è il caso della famosa scuola della ballerina Isabel Quintero, in pieno centro a Madrid, con sei ore al giorno di lezione, dal venerdì alla domenica. «Lo faccio perché credo nella potenza del ballo» racconta Isabel, già prima ballerina del Balletto del Teatro de la Zarzuela di Madrid «non insegno dei semplici movimenti ma una cultura, che va trasmessa». Una cultura riconosciu­ta universalm­ente tanto che, nel novembre 2010, L’UNESCO ha inserito il flamenco nel patrimonio culturale immaterial­e dell’umanità, per «la sua capacità di rendere canto, danza e musica elementi unici di visibilità dell’intera nazione in tutto il mondo».

Le lezioni di flamenco a Madrid prevedono anche incontri con grandi artisti della danza e, sui moduli annuali, anche la possibilit­à di assistere alle prove degli spettacoli delle più rinomate compagnie itineranti. Ovviamente tutto in spagnolo perché, «la lingua, è uno dei punti di forza e sensualità del flamenco» dice il ballerino Rafael Campall, famoso in tutta la Spagna per aver creato con la sua danza un vocabolari­o universale anche grazie alle espression­i di tutto il corpo. «I grandi ballerini sono geniali non per la loro tecnica ma per la loro passione» dice Sara Martin, fondatrice dell’omonima scuola di danza «la cultura del flamenco è composta da due anime, quasi in contrasto. La prima è quella della musica che sprigiona sofferenza, la seconda invece è una vitale energia che regala vitalità e a volte anche ironia. C’è solo un’unica condizione per capire questo ossimoro: vivere il flamenco dal vivo e nella sua patria».

Madrid è un palcosceni­co perfetto per imparare la danza (senza dimenticar l’asse formato da Cadice, Jerez de la Frontera e Siviglia) ma anche per guardarla: nella zona centrale della capitale si possono trovare tanti locali («tablaos» il nome spagnolo) in cui, sera dopo sera, va in scena uno spettacolo di flamenco di una compagnia o di un singolo. Da non perdere uno show al «Villa Rosa» (Plaza de Santa Ana, 15), al «Casa Patas» (Calle Cañizares 10) o «Las Carboneras» (Plaza del Conde de Miranda), dove si può anche cenare con piatti tipici in un locale di tendenza e frequentat­o da star della tv iberica. Le canzoni e i balli, nelle esibizioni dal vivo, sono eseguiti con l’accompagna­mento (almeno) di un grande chitarrist­a, che suona con grande trasporto tanto da scandire il ritmo col battito di piedi. Il flamenco, oltre a essere tradizione, è anche fonte di turismo e business per la Spagna: sono molti i negozi a Madrid (per tutte le tasche) che vendono abiti da flamenco, nacchere e dischi tradiziona­li di questa musica. Il più autorevole, dal nome emblematic­o «El flamenco vive» (Calle del Conde de Lemos), è una vera e propria memoria storica di cultura della danza con un ampio assortimen­to di libri, cd e oggettisti­ca originale per gli amanti del genere.

La musica vive giorno e notte nelle strade della capitale che è una delle frizzanti d’europa: «Nessuno va a dormire a Madrid prima di aver ucciso la notte» disse Ernest Hemingway e vi basterà fare un giro nei quartieri più vivi (come Las Letras, Malasaña, Chueca e La Latina) per capire che il movimento culturale della capitale è intenso e senza orari. Madrid, però, è anche arte con i grandi musei (il «Museo Nacional del Prado» e il «Reina Sofía») che ospitano quadri capolavori di Picasso, Velásquez o Goya. O con luoghi come Palazzo Reale, che propone un viaggio attraverso la storia spagnola. Molti hotel madrileni, proprio per il boom di turisti, hanno subìto nell’ultimo anno restyling per essere più moderni e al passo con le esigenze dei giovani turisti. Da non perdere il nuovo «Gran Hotel Inglés»(calle Echegaray 8) o l’ «Only You Hotel»,(calle del Barquillo) con terrazza panoramica azzurra sull’intera città.

La «febbre» Migliaia di italiani arrivano a trasferirs­i a Madrid solo per conseguire il diploma

Il risveglio

Molti hotel hanno avuto nell’ultimo anno un restyling per essere attraenti per i giovani

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Sul palco Uno show a Madrid. La città è la capitale mondiale del flamenco

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