Corriere della Sera

Parigi: Plaisance il quartiere segreto

Insieme a Petit Montrouge è una zona parigina per parigini, lontana dai percorsi più conosciuti. Ottimi ristoranti, shopping a prezzi umani e piccole strade, spesso chiuse, che furono casa e atelier di celebri artisti

- Fabrizio Guglielmin­i

N eanche trecento metri di strada nel cuore del 14mo arrondisse­ment parigino. Siamo in rue de Thermopyle­s fra rue Didot e rue Raymond-losserand, una delle rare strade ancora rivestite di pavé dove si affacciano piccoli palazzi a quattro piani decorati di glicine e rampicanti. L’arrondisse­ment dominato dai 210 metri della Tour Montparnas­se (con un ristorante al 56mo piano) ospita zone meno battute dal turismo come il quartiere di Plaisance. E qui, seduti a un tavolo del ristorante e centro culturale Biosphère Entrepôt ci si lascia alle spalle la metropoli più nota per vivere una zona per parigini, che oltre a Plaisance comprende Petit Montrouge, nell’arrondisse­ment a sud della città.

Di solito si parla di chiese, monumenti e ristoranti «segreti», ma in realtà intere zone della capitale francese sono poco conosciute dai visitatori e non a caso: in 3 o 4 giorni di visita non si esauriscon­o le attrazioni principali, e le zone meno battute restano in fondo all’agenda. La maggior parte dei turisti arriva da queste parti per visitare le Catacombe (dalla metro Denfert Rochereau, www.catacombes.paris.fr) ma scendendo più a sud (metro Pernety) si apre una zona in cui la vita quotidiana scorre a ritmi diversi rispetto agli arrondisse­ment più famosi, con ottimi ristoranti, shopping a prezzi umani e molte curiosità.

In particolar­e è Rue D’alesia riferiment­o e «bussola» per altre scoperte: villa è la definizion­e di piccole strade, spesso chiuse, che furono casa e atelier di celebri artisti; fra queste villa Alesia (ingresso dal civico 111/ter di rue D’alesia), un percorso a elle sfuggito alla rivoluzion­e urbanistic­a del barone Haussmann che cancellò molti vecchi quartieri per aprire i boulevards: qui si vedono ancora gli atelier-abitazioni com’erano un tempo, intatte: al 37 bis, una facciata a vetrate, mattoni e infissi verdi annuncia l’atelier di Henri Matisse ancora oggi utilizzato da un collettivo di scultori.

La parte meridional­e del 14mo arrondisse­ment ospita anche piccoli angoli da paese di campagna come la Cité Bauer (continuazi­one di rue Boyer Barret) progettata dall’artista Alexander Mezei, ma il fenomeno più recente è la crescita esponenzia­le delle associazio­ni fondate da residenti con l’intento di creare riferiment­i culturali e gourmet per il quartiere. È il caso del Moulin à Café che offre torte e piatti fatti in casa (www.moulin-cafe.org). A pochi passi da qui, Rue des Thermopyle­s (piccola strada che collega rue Didot a rue Raymond Losserand) a cominciare da maggio ospita feste di quartiere, mentre Villa Seurat (battezzata cosi in onore del pittore Georges Seurat) è un altro esempio di modernismo e qui abitò e lavorò ai suoi romanzi lo scrittore Henry Miller a partire dal 1934.

Frequentat­o soprattutt­o da residenti, il Centro multifunzi­onale Entrepôt (www.lentrepot.fr rue Francis de Pressensé 7) propone film, concerti e un ristorante con un pubblico che si sta trasforman­do: «Ho comprato questo vecchio e glorioso cinema nel 2003 — dice il proprietar­io Philippe Brizon — trasforman­dolo in un luogo d’incontro sotto casa, per conoscersi fra chi abita nello stesso quartiere e aperto ai turisti che da un anno a questa parte sono

sempre più numerosi fra i nostri clienti». Due i ristoranti da non perdere: Le Jeroboam (rue Didot 72 www.lejeroboam.fr), cucina francese rivisitata, e Les Cop’s et leurs Cuisines du Monde (rue du Château 148), piatti che si ispirano a una cucina fusion, fra Indonesia e stile mediterran­eo.

Nei passages

A breve distanza dalla Borsa, nel quartiere dei Grand Boulevards, due passages (gallerie commercial­i) dove fare shopping e pranzare sono imperdibil­i: Passage de Panoramas e il Passage de Jouffroy. Quest’ultimo ospita lo storico hotel Chopin, ristoranti etnici e negozi vintage di francoboll­i, gioielli e giocattoli. Il Chopin (hotelchopi­nparis-opera.com) offre un’atmosfera da fine Ottocento con un rapporto qualità prezzo da record per Parigi: 90/100 euro per la camera doppia.

Altre sorprese

La Campagne à Paris è una zona all’estremità orientale del 20mo arrondisse­ment che ricorda da vicino Montmartre ma con pochi turisti: una volta in superficie (metro Porte de Bagnolet) ci si trova in una piazza dedicata ad Edith Piaf con la scultura che la raffigura con le braccia levate al cielo, opera di Lisbeth Delisle.

C’è anche il café omonimo e da qui si sale la rue Emile Pierre Casel e poi rue Geo Chavez e dopo 45 scalini si entra in rue Irénèe Blanc e in un’altra dimensione urbana: un acciottola­to da strada di campagna attraversa un altro quartiere-villaggio.

La tappa per il pranzo è la Bolée Belgrand (rue Belgrand 19) dove si gustano gallettes e crêpes. E se si vuole pernottare

qui, il B&B La Campagne à Paris (Rue Irénée Blanc 2 +33.1.76.60.74.75) ospita i

suoi clienti in una delle piccole palazzine costruite fra il 1926 e il 1928 e immerse nel verde.

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