Piombino: arriva Jindal, finisce l’avventura algerina
Calenda: questa mattina la firma per la cessione dell’acciaieria ex Lucchini agli indiani
MILANO Aferpi, controllata dall’algerina Cevital, si fa da parte. Al suo posto arriva Jindal. L’impasse che da mesi tiene in sospeso i destini della ex Lucchini di Piombino sta per finire. Parola del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Che ieri sera ha dato l’annuncio a sindacati, presidente della Regione Toscana e sindaco di Piombino: accordo fatto sul passaggio agli indiani.
Per tutto il pomeriggio di ieri gli avvocati delle due parti hanno lavorato al dossier. Salvo colpi di scena, la firma sarà messa questa mattina. Quindi sarà necessaria la ratifica dei due cda. Sono poi previste tre settimane di due diligence. Il closing vero e proprio è previsto a fine marzo. Subito dopo serve l’approvazione da parte dello stesso Mise. Quindi potrà partire il confronto con il sindacato per la presentazione del piano industriale.
Constatata l’incapacità del partner algerino di adempiere agli obblighi contrattuali, una decina di giorni fa il Mise aveva inviato una diffida al collegio sindacale di Aferpi (la società controllata dal gruppo algerino Cevital che ha rilevato dal commissariamento gli asset dell’ex Lucchini) per accelerare i tempi di un passaggio di mano dell’attività a una nuova proprietà.
L’annuncio di ieri pone fine a una lunga fase di incertezza. Ma apre anche una nuova partita. L’altoforno riprenderà a funzionare o lo stabilimento si limiterà alla laminazione? Quanti degli oltre 1.500 lavoratori dello stabilimento riprenderanno a lavorare? Di positivo c’è il contratto per le forniture di rotaie con Rfi, Rete ferroviaria italiana. Il resto è tutto da costruire. «Quello che si delinea è un risultato significativo — osserva il segretario della Fiom Mirco Rota —. Può iniziare una nuova fase con l’obiettivo che abbiamo sempre perseguito: che si torni a produrre acciaio». Come dire: l’importante è che si torni a produrre acciaio con il ciclo completo. Perché se ci si limitasse alla laminazione i posti di lavoro sarebbero molti meno. passare — tutti o in parte — a una eventuale newco a cui potrebbero essere concessi gli ammortizzatori sociali in attesa della ripresa della produzione. Certo tutto ciò dovrebbe avvenire entro i 25 marzo. I tempi sono strettissimi. Il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha annunciato a breve una convocazione dei sindacati per aggiornamenti rispetto ai colloqui sulla reindustrializzazione.
«Ai liberisti dico che la vertenza Embraco rappresenta il libero mercato — ha detto ieri Calenda —. Qui non si compete ad armi pari, al contrario si lasciano senza protezione centinaia di migliaia di lavoratori nell’europa occidentale». «Intendo varare rapidissimamente un Fondo anti delocalizzazioni — ha poi confermato Calenda — per cercare di combattere ad armi pari una situazione che deve essere risolta».