Corriere della Sera

Lollo, preghiere tatuaggi e carica «Odio il freddo e vado veloce»

- g.pic.

PYEONGCHAN­G Con quel cognome, Lollobrigi­da from Italy, Francesca non passa inosservat­a. Nemmeno in Corea, all’olimpiade. È lei, la speed skater di Frascati campioness­a d’europa nella mass start, piercing al naso e tempie rasate, l’ultima speranza di medaglia domani. Lollo, pronta?

«Le sensazioni sono buone. Da Sochi mi sento molto maturata. L’ovale è bello, il ghiaccio veloce. Il bronzo di Tumolero nei 10 mila, un premio alla costanza, mi ha caricata. Non vedo l’ora di scendere in pista». Come si diventa pattinatri­ce di velocità nascendo a Frascati?

«Ho iniziato con le rotelle, come tutti. Sono passata al ghiaccio dopo

l’olimpiade di Torino, quando avevo 16 anni. Mi allena mio padre Maurizio che in Corea non c’è. Qui mi sovrintend­e il c.t. Marchetto». Un rapporto non sempre facile dopo il trasloco in Olanda.

«Mi sono trasferita nella patria del pattinaggi­o, con il via libera della Federazion­e, per allenarmi insieme ai più forti. Ci vivo a spese mie, con l’aiuto dell’aeronautic­a. Un’ora di ghiaccio costa 23 euro. Ho un piccolo sponsor olandese e mi mantengo correndo le maratone sui loro canali. In Olanda si mettono i pattini ai piedi a due anni: le famiglie che si spostano sulle lame per la città sono uno spettacolo». Perché in Italia siete una piccola confratern­ita?

«Perché c’è una pista sola, a

Baselga di Pinè, ed è all’aperto. Apre da novembre a febbraio e se nevica non ti alleni».

Diplomata al classico: latino e greco servono per andare più veloce?

«All’aristofane di Roma. Ogni mattina arrivavo in classe paonazza dopo l’allenament­o. Preferivo il greco perché per tradurre potevo usare l’immaginazi­one: il latino è più rigido. Ora studio scienze motorie per via telematica: serve anche a staccare la testa». Che gara è la mass start?

«Una bolgia. Sedici atlete, sedici giri prima della volatona finale. L’olanda, tanto per cambiare, è il Paese da battere. A Sochi ha vinto 23 medaglie nel pattinaggi­o, 8 d’oro!». E la prozia Gina che dice?

«È la zia del mio bisnonno di Subiaco, ne sentivo parlare da lui: io me la ricordo alla tv come la fatina di Pinocchio. Non sa nulla di me e non ho mai voluto usare il suo cognome come trampolino di lancio. Prima mi faccio conoscere io, poi eventualme­nte mi presento a Gina”. Cosa pensa dei russi qui?

«I russi banditi da questi Giochi in Coppa del mondo corrono e vincono. Sono stati bravi a beccarli quattro anni dopo, ma a Sochi chi ci ha tutelati? Io sarei per la squalifica a vita dopo la prima positività». I capelli colorati sono un vezzo?

«Mi sveglio la mattina e decido. Lo faccio per me, non per gli altri. Dopo mesi di fedeltà al biondo platino, qui ho scelto: viola, rosa e azzurro». Tatuaggi?

«Ho scritto sisters sul dito medio e sull’anulare tatuerò la data del matrimonio con Matteo. Ci dividiamo tra Olanda, Roma e San Benedetto del Tronto». Superstizi­oni?

«Come tutti gli atleti. Stessa calza e mutanda vincenti, piccoli riti cui sono affezionat­a». Ne dica uno.

«Prima di ogni gara recito la preghiera che mi diedero i frati cappuccini di Civitavecc­hia quando mi allenavo nel campetto della loro parrocchia. Me la sono portata anche in Corea». Perché va così veloce sui pattini Lollo?

«Perché odio il freddo«.

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(Ap) Francesca Lollobrigi­da

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