Nemmeno i bulgari svegliano André Silva Gattuso più vicino alla conferma
No, l’undicesimo risultato utile di questo Milan per pochi intimi non passerà alla storia, perché il 3-0 dell’andata in terra bulgara aveva tolto il pathos più o meno a tutti eccetto Rino Gattuso, fisso in giacchetta.
Forse però si ricorderà il passaggio agli ottavi e l’1-0 senza patemi al Ludogorets, per quel momento in cui Gattuso è stato confermato anche per la stagione ‘18-‘19. Il «non riesco a immaginare un Milan senza Gattuso, il Milan starà tanti anni con lui. Vorrei vederlo allenare dal primo giorno di raduno» espresso dal d.s. Massimiliano Mirabelli appare infatti abbastanza esplicito.
Per il resto l’agio dell’andata ha consentito a cinque titolari (Gigio Donnarumma, Biglia, Suso, Bonaventura, Calhanoglu) di riposare in vista della Roma e a Gattuso di uscire con alcune conferme. Intanto, che André Silva non è ancora uscito dal letargo: visti gli ampi spazi dovrebbe sfruttare velocità e tecnica. Qualcosa si vede (meglio quando è in coppia con il subentrato, pugnace, Kalinic nel 4-4-2), ma è ancora troppo poco; nemmeno l’europa (fin qui il suo terreno di caccia, con 8 gol all’attivo), lo rilancia.
Anche Locatelli, per restare
Milan Ludogorets
a quelli che vedono poco il campo, non farà venire ripensamenti al tecnico. Il Milan invece non può fare a meno di Cutrone, che spreca un’occasione, ma dalla posizione un po’ forzata di esterno sinistro mette una palla morbida per l’accorrente e sempre pronto Borini (terzo gol in quattro partite).
La rete, al 21’ del primo tempo, spegne i bulgari che, invece, erano partiti più determinati, con il Milan un po’ molle. Man mano però, i rossoneri trovano una buona circolazione palla, che riesce a filtrare in avanti. Una volta in vantaggio, la gestione è matura, con protagonisti Romagnoli (poi alternato a Bonucci che si fa ammonire), Montolivo e Kessie, mentre l’idolo del derby di Coppa Italia Antonio Donnarumma fa una splendida figura sul polacco Swierczok. Altri significati, ieri, non ce n’erano.