Corriere della Sera

Arriva l’olanda Sacchetti lancia la sua Italia dei giovani

La Francia ferita fa sempre paura Ma gli azzurri devono provarci

- Roberto De Ponti Domenico Calcagno

Chiamatelo Family Team. Due Sacchetti, il papà Meo in panchina, il figlio Brian in campo; due Vitali, il più giovane Michele che si aggiunge al fratello maggiore Luca. E, volendo, un’oasi di pace per Davide Pascolo e Awudu Abass, che ovviamente parenti non sono ma che cercano consolazio­ne lontano da Milano, che su di loro non ha mai fatto conto. È l’italia del basket, quella senza i due Nba Belinelli e Gallinari, senza i giocatori di Eurolega Melli, Datome e Hackett (in pratica il potenziale quintetto) ma che nelle qualificaz­ioni mondiali è partita con la forza dei nervi distesi e del sorriso prima di tutto. E perché no, anche di una pallacanes­tro più che dignitosa. Dopo le due vittorie di novembre con Romania e Croazia, Azzurra riparte stasera affrontand­o l’olanda (ore 20.15, Sky Sport 1) e lunedì in trasferta di nuovo la Romania. Necessario ottenere altri due successi per mettere al sicuro il passaggio del turno. Treviso riscopre la pallacanes­tro che conta: Palaverde esaurito, 5.300 biglietti bruciati in prevendita, i tempi della Benetton sono tanto lontani quanto rimpianti, e questa Nazionale ha avuto il merito di risvegliar­e l’interesse intorno all’azzurro, oltre che riciclare giocatori rottamati dai tanti stranieri che affollano il nostro campionato: dei 12 che hanno giocato nelle prime due partite di qualificaz­ione mancherann­o i bolognesi Ale Gentile e Aradori, infortunat­i, ma ci sarà spazio per Fontecchio, all’epoca un milanese imbruttito, oggi stellina a Cremona, per Pascolo e per Flaccadori. E la sfida di stasera è meno banale di quanto si potrebbe immaginare: c’è l’olanda di Jito Kok, il giocatore diventato famoso per la rissa costata la mano a Danilo Gallinari prima dell’europeo, oltre che l’«italiano» Franke (fa il suo a Trento). Sacchetti papà non si fida: «Giochiamo contro una squadra che ha come qualità primaria l’aggressivi­tà, ma vogliamo esprimerci al meglio, e il nostro meglio è una buona base di partenza». Il solito, inguaribil­e, ottimista Meo.

La prima in notturna per vedere un po’ di luce. Francia e Italia si affrontano questa sera a Marsiglia e non era mai successo in 19 anni di Sei Nazioni che gli azzurri giocassero dopocena e i bleus lontano da Parigi. Non era però neppure mai successo che i galli vincessero una sola partita in un anno e pareggiass­ero in casa con il Giappone. È già invece capitato che l’italia giocasse 14 partite di fila senza vincere, ma se perdesse anche al Velodrome la serie nera si allunghere­bbe a 15 e sarebbe record. Le possibilit­à di scamparla, di evitare di stabilire il primato nefasto, non sono molte. La Francia, che da Natale è allenata dall’ex c.t. azzurro Jacques Brunel, sarà in crisi e non solo di risultati, ma ha comunque giocatori di grande qualità ed è nettamente favorita: con l’irlanda, tanto per dire, si è arresa per un drop a tempo scaduto, noi a Dublino siamo stati spazzati via. Però bisogna provarci perché alternativ­e non ce ne sono. Il lavoro avviato dal c.t. Conor O’shea e dal suo staff ha cominciato a dare risultati a livello di franchigie: Treviso e Zebre nel Pro14 hanno raccolto finora 12 vittorie e 59 punti (un anno fa le vittorie erano 3, i punti 20). Ma l’ultimo salto è il più complesso da eseguire e gli azzurri, contro Inghilterr­a e Irlanda, hanno fatto vedere cose buone per frazioni di partita e cose pessime per porzioni molto più consistent­i. Serve pazienza e ottimismo (O’shea in questo è campione del mondo) e servirebbe una partitacci­a dei francesi. Capita, è capitato, che i galli se messi in difficoltà vadano in pezzi. Il problema è capire se questa Italia ancora tenera ha muscoli, testa e tecnica sufficient­i per farli soffrire. Lo scopriremo oggi a Marsiglia, dove gli azzurri non mettono piede dalla Coppa del Mondo 2007. Allora giocarono due volte: batterono la Romania e presero una clamorosa lezione dagli All Blacks. Quel giorno voltarono la schiena alla haka e gli uomini in nero non la presero benissimo. Questa sera non potranno voltarsi mai, ma dovranno sempre guardare i francesi dritti negli occhi.

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(Lapresse) C.t. Meo Sacchetti, 64 anni
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(Reuters) Capitano Sergio Parisse, 34 anni

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