Corriere della Sera

«Io tosto, non mi ritiro» L’ex pizzaiolo conta su molti amici dentro FI

- di Alessandro Trocino

Nemmeno il tempo di ROMA esultare per la difesa del capitano De Falco da parte della moglie, che nel Movimento cade un’altra testa. Salvatore Caiata passa in pochi istanti da candidato modello, additato da Luigi Di Maio come uno dei più promettent­i e più in sintonia con il «popolo», a candidato indagato. Qualche ora di riflession­e, poi l’autosospen­sione, condizione vagamente onirica, visto che non c’è un incarico da cui autosospen­dersi. Ma dura pochi minuti, perché arriva subito la mannaia di Di Maio.

E ora che succede? In teoria i reprobi a 5 Stelle dovrebbero firmare la carta di rinuncia alla candidatur­a, al cui valore giuridico ormai non credono più neanche nel Movimento. Ma le prime dichiarazi­oni di Caiata sono piuttosto bellicose. Su Facebook scrive: «State tranquilli, non mi ritiro: sono più tosto di prima». E così anche Caiata, a questo punto, potrebbe andare a ingrossare le fila del gruppone Misto, il Purgatorio dei 5 Stelle, dove andranno a svernare gli eletti espulsi prima del via (siamo già a una decina). Ma la sua permanenza nel Misto, in caso di elezione, potrebbe essere particolar­mente rapida. Perché Caiata ha molte frequentaz­ioni nella politica, ben precedenti a quelle con il senatore dei 5 Stelle Vito Petrocelli che lo ha incautamen­te segnalato a Di Maio. Nel 2009, infatti, aveva fatto parte del coordiname­nto provincial­e senese del Pdl. All’epoca firmò un comunicato in cui ringraziav­a Berlusconi e il suo «governo del fare». Del resto in Forza Italia il presidente del Potenza ha molti amici. E a Berlusconi è sempre andato il suo voto (dopo la Dc).

Caiata nel frattempo è diventato un fenomeno. Partito da pizzaiolo, è diventato il re dei ristoranti di Siena. Fino all’inspiegabi­le (ora meno) trasferime­nto a Potenza, dove è stato eletto lucano dell’anno. Sul modello di Silvio Berlusconi, confidava nella trasfigura­zione dei tifosi adoranti in fedeli elettori. Aveva già iniziato una campagna elettorale pop, con tanto di serate in discoteca, drink omaggio e pacchi pasta a 5 Stelle. Ma gli amuleti che porta nel suo zainetto non gli sono bastati e il caffè preso con Di Maio al bar Da Vito a Potenza sarà probabilme­nte l’ultimo. L’inno del suo Potenza è la hit di Iglesias «Se mi lasci non vale», formula che sfortunata­mente si adatta all’attualità politica. Ora il futuro è probabilme­nte in Forza Italia. Anche se è vero che subito dopo la notizia della candidatur­a, Caiata ricevette una telefonata da un dirigente molto vicino a Renzi, che lo rimprovera­va: «Ma perché non ti sei candidato con noi?»

d Salvatore Caiata è un bomber, una persona capace, di cui abbiamo bisogno perché ha fatto tanto per il suo territorio Luigi Di Maio 10 febbraio

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