«Ha ucciso madre e marito» Trent’anni all’infermiera killer
Le morti in corsia a Saronno. Rinviato a giudizio il medico suo amante
Ha ucciso due volte. L’infermiera killer di Saronno Laura Taroni è stata condannata a 30 anni di carcere, con il rito abbreviato, dal gup di Busto Arsizio Sara Cipolla, al termine dell’udienza preliminare. La donna, di Lomazzo (Como), era accusata di aver assassinato attraverso somministrazioni di farmaci il marito, Massimo Guerra, e la madre, Maria Rita Clerici: delitti commessi insieme al medico e amante Leonardo Cazzaniga, 62 anni, viceprimario del pronto soccorso in cui anche lei lavorava. Il tutto per sbarazzarsi dei familiari che osteggiavano la loro relazione extraconiugale. Taroni è stata invece assolta per la morte del suocero.
Cazzaniga ha invece scelto di farsi processare con il rito ordinario ed è stato rinviato a giudizio. Il processo inizierà il 13 aprile in Corte d’assise. L’uomo è accusato di 9 omicidi in corsia nei confronti di pazienti a cui aveva deciso di applicare il suo personalissimo protocollo e dei tre delitti di casa «Taroni». Ieri sono giunte le prime sentenze, sollecitate dai pm Gianluigi Fontana e Maria Cristina Ria. Alla sbarra anche i membri della commissione ospedaliera che non indagò. Il primario del pronto soccorso Nicola Scoppetta, il direttore medico a Saronno Paolo Valentini e il medico legale aziendale Maria Luisa Pennuto saranno processati dal tribunale. Fabrizio Frattini, capo del dipartimento emergenza, è stato condannato a 1 anno e 4 mesi con pena sospesa per favoreggiamento, mentre Claudio Borgio, responsabile servizio Sitra, è stato condannato a 444 euro di multa per l’omessa denuncia, ma assolto dal reato di favoreggiamento. Rinviato a giudizio anche l’ex direttore sanitario dell’azienda ospedaliera di Busto Arsizio, Roberto Cosentina.
Rinvio a giudizio per un altro medico indagato per non aver denunciato Cazzaniga: Giuseppe Di Lucca, mentre la dottoressa Elena Soldavini ha ottenuto la messa alla prova ai servizi sociali per una omessa denuncia. La dottoressa Simona Sangion ha patteggiato 1 anno e 2 mesi con pena sospesa per un falso referto sulla malattia di Massimo Guerra, marito della Taroni. Il gup ha infine condannato a 8 mesi di carcere per falso (con pena sospesa) il medico Giancarlo Favia e a 8 mesi (pena sospesa) il medico Daniele Sironi.
«Le richieste della Procura sono state complessivamente accolte, seppure con alcune diminuzioni di pena e riqualificazioni del reato», ha detto il procuratore capo di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana. «La mia cliente ha assistito in silenzio alla sentenza — ha sottolineato invece l’avvocata Monica Alberti, difensore di Laura Taroni — è seguita dagli psicologi e sta facendo un suo percorso. Soffre per i figli, la sentenza le ha sospeso la potestà genitoriale». In aula anche Patrizia Peron, figlia di Luigia Lattuada, una delle nove persone che sarebbero state uccise in pronto soccorso: «Vorrei che nessuno di quelli che hanno coperto questa vicenda indossasse mai più il camice bianco». La vicenda
● Laura Taroni, 41 anni, infermiera dell’ospedale di Saronno, e Leonardo Cazzaniga, 62, medico anestesista, sono accusati di aver ucciso il marito e la madre di lei
● Secondo gli inquirenti volevano sbarazzarsi dei famigliari che osteggiavano la loro relazione extraconiugale
● Cazzaniga è accusato anche di 9 omicidi di pazienti commessi in corsia attraverso la somministrazione di farmaci