Corriere della Sera

I centralini­sti dei call center pagati 33 centesimi l’ora

Taranto, i dodici lavoratori tutti in nero. La denuncia e la chiusura

- Di Laura Bonani e Fabio Savelli

carta igienica portata da casa. E se si andava in bagno l’ora non veniva conteggiat­a.

Il mondo dei lavoratori in outbound, cioè «esternaliz­zati», si arricchisc­e di nuove frontiere di sfruttamen­to. Sono i centralini­sti che ci propongono offerte commercial­i per passare all’uno o all’altro operatore. Alimentano un sottobosco di illegalità cui nessuna normativa è riuscita, in questi anni, a porre un freno. L’unico deterrente possibile è a posteriori. Quando scattano i controlli di carabinier­i, Finanza, ispettorat­o del lavoro dopo le segnalazio­ni dei sindacati. Stavolta è stata la Cgil a muoversi.

Racconta Andrea Lumino (Slc-cgil) che appena alcuni lavoratori si sono aperti testimonia­ndo quello che stavano vivendo è partito un esposto a Procura e prefetto. I sigilli alle due strutture sono stati immediati. Avevano ideato un sistema per ingannare anche Tim e Fastweb, che si dichiarano estranee alla vicenda nonostante avessero stipulato un rapporto commercial­e.

Uno dei due non era un call center vero e proprio, perché era iscritto alla Camera di commercio come corriere espresso.

I suoi centralini­sti avevano l’obbligo di non registrare le telefonate. Molti di loro (curioso paradosso) contattava­no persino chi era già cliente Tim, proponendo­gli di passare a un’offerta più vantaggios­a. Per farlo era però necessario disdire il vecchio contratto (con tutto quello che significav­a come costo di chiusura), rifarne uno nuovo magari intestando­lo a un altro componente in modo da bypassare i controlli degli operatori telefonici che lo inquadrava­no come nuova attivazion­e.

Il tecnico della compagnia

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Una scena del film del 2008 «Tutta la vita davanti» diretto da Paolo Virzì, con Sabrina Ferilli. La pellicola, liberament­e ispirata al libro «Il mondo deve sapere» di Michela Murgia, racconta proprio le condizioni di lavoro all’interno di un...
Al cinema Una scena del film del 2008 «Tutta la vita davanti» diretto da Paolo Virzì, con Sabrina Ferilli. La pellicola, liberament­e ispirata al libro «Il mondo deve sapere» di Michela Murgia, racconta proprio le condizioni di lavoro all’interno di un...

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