Corriere della Sera

Ma ora ritorni alle origini e all’avventura in solitaria

- Di Gaia Piccardi

Un sorso di tè lungo 36 giorni, 2 ore, 37 minuti e 2 secondi. Un bel record in equipaggio su una rotta affascinan­te, lunga e piena di insidie, per quanto non molto frequentat­a dai velisti profession­isti (l’atlantico nei due sensi, in confronto, è l’autostrada del Sole), al di là della longevità del primato precedente (10 anni). Finalmente Giovanni Soldini torna a piazzare la bandierina dell’italia sulle mappe della grande vela oceanica, lui che dell’avventura per mare è stato il grande interprete degli anni Novanta e delle imprese sui multiscafi, nel nostro Paese e contro i francesi, il pioniere. Tornare alle origini, ecco, dopo tanta sperimenta­zione e acqua salata sotto la chiglia, sarebbe forse la chiusura di un cerchio. Lupo di mare dalle cento barche e mille regate, oggi che ha dimostrato di essere brillante velista manager e uomo d’azienda (Maserati), sogniamo un ritorno di Giovanni alla vela in solitario, intorno al mondo dove tutto cominciò quando un 16enne milanese un po’ ribelle salpò da Milano verso l’orizzonte. La più grande sfida di ogni velista si chiama Vendée Globe, il giro del mondo in solitario senza scalo e senza assistenza: si corre ogni quattro anni, è l’itaca di tutti i marinai dell’orbe terracqueo. A 51 anni, oltre al talento, Soldini ha l’esperienza. Un uomo, una vela, un oceano (per volta). Cosa c’è di più rivoluzion­ario del rispetto delle formule basiche della natura?

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