Istruzioni per l’uso delle vite degli altri
La manipolazione a fin di bene serve per ottenere molti risultati. Dal risparmio dell’energia all’educazione dei bambini
M achiavellico. Perverso. Il manipolatore è il tipo che va temuto. E noi abbiamo fatto i compiti: sappiamo ormai evitarlo. Peccato che non serve (più). Possiamo rilassarci. La manipolazione è ovunque, fa parte di ogni relazione. Manipolatori, in sostanza, lo siamo tutti. Ma non è una tragedia. La vita è un continuo influenzare gli altri mentre ci si lascia influenzare: influencer — udite udite— lo siamo da sempre. E, in futuro, non dovremo smettere: ne va della felicità di tutti. Servirà però specializzarsi in un tipo di manipolazione, quella “benevola”. La definisce così Christophe Carré, mediatore professionale e studioso di dinamiche manipolatorie da oltre 10 anni, in Le armi nascoste della manipolazione (Feltrinelli, 15 euro), un pamphlet sulla persuasione che mira a favorire la libertà, a responsabilizzare e a far crescere le persone. «Chi dice che “manipolare è una cosa negativa” vuol far
La spia L’installazione di sistemi di controllo ha ridotto del 40% lo spreco di energia
La mosca
Una finta mosca nei bagni maschili ha aumentato il livello di igiene
La doccia
Doccia prima o dopo la merenda? Così è più facile convincere i più piccoli
credere che il mondo sia diviso tra i gentili e gli altri: i cattivi. Questo tipo di classificazione non aiuta la razza umana», precisa Carrè. Negli Usa il consumo di energia elettrica delle famiglie nelle ore di punta è molto alto. Per ridurlo, una compagnia di elettricità ha installato nelle case una spia che diventa rossa quando il consumo è troppo elevato e resta verde se è ragionevole. La gente è libera di diminuire i consumi. Ma la semplice installazione di questi apparecchi li ha ridotti del 40%. Ecco un esempio di “manipolazione per una giusta causa”: è la nudging (”spingere qualcuno con il gomito, dare una spinta”), una tendenza al centro delle politiche pubbliche e in arrivo dall’america. Ovvero, più che costringere le persone ad adottare un comportamento, si organizza l’ambiente in modo che siano incoraggiate a fare la scelta migliore.all’aeroporto di Amsterdam, invece, i servizi igienici per gli uomini erano spesso sporchi. I visitatori non si preoccupavano troppo di centrare l’orinatoio. Tutto ciò causava un lavoro in più per chi doveva pulire. I responsabili allora hanno fatto incidere una grossa mosca nera nella parte inferiore degli orinatoi: un bersaglio fittizio che ha attirato l’attenzione degli utenti che per “annegarla” hanno migliorato la mira. L’igiene, neanche a dirlo, alla fine è aumentata. Basteranno questi due esempi, tratti da Nudge. La spinta gentile di Richard Thaler e Cass Sunstein, per ispirare politici e imprenditori? Speriamo. Nel frattempo, sappiate che il nostro benessere dipenderà sempre più dai frutti della manipolazione benevola: oggi di un coach, domani dello psicoterapeuta, dopodomani di un bravo insegnante. Tra un mese, chissà, da un medico che prescrive il placebo e sfrutta le forze di guarigione presenti in noi evitandoci composti chimici dannosi e inefficaci. Qualcuno manipolerà a fin di bene anche follower adescati con tweet e foto nei social, dimenticando il potere della manipolazione benevola sui figli. E allora provateci: immaginate di chiedergli di scegliere se fare la doccia subito o dopo la merenda: non ci diranno mai che non vogliono farla perché più che costretti si sentiranno liberi di scegliere. È solo un’illusione, ovvio. Non hanno potuto scegliere se lavarsi o no, ma solo quando: e noi abbiamo ottenuto qualcosa che con la forza non sarebbe accaduto. «Qualcuno obietterebbe che si deve rispettare il libero arbitrio delle persone», aggiunge Carrè. «Il che significa che dovremmo lasciare gli altri nella disperazione e nella dipendenza pur di rispettarli se non vogliamo agire con la forza per costringerli a cambiare. Io preferisco una terza via, quella della manipolazione benevola e goffa. Aiutare la gente, piuttosto che lavarsene le mani nel nome del libero arbitrio, per me è molto più umano», conclude. Come usare gli altri a fin di bene? Muovendoci nel loro interesse, privilegiando il dialogo, non insinuando sensi di colpa.
Servirà allenarci molto però visto che la manipolazione sarà sempre più diffusa: i ritmi e le informazioni aumentano e il nostro sistema nervoso non sa stare al passo. Servirà imparare a riconoscerla ma soprattutto a usarla in modo etico. Paul Watzlawick, autore di The Language of Change ha scritto: «Dobbiamo solo accettare l’ineludibile responsabilità di decidere da soli in che modo questa legge fondamentale della comunicazione umana (la manipolazione, ndr) possa essere seguita il più umanamente, onestamente e più efficacemente possibile».