Corriere della Sera

Quell’avventura di 40 anni fa che non dimentiche­rò mai

- Di Greta Sclaunich

Il mondo si divide in quelli/e capaci di avere un’avventura di una notte e quelli/e che invece non ce la fanno. Non perché non riescano ad andare a letto con un/a partner appena incontrato/a, ma perché il giorno dopo non riescono ad impedirsi di sognare che da quelle poche ore passate insieme nasca qualcosa. Fortunati quelli che riescono a vivere una notte di sesso e poi, il giorno dopo, pensare ad altro senza colpo ferire. O sfortunati, chissà. Perché un’avventura di notte può diventare un ricordo da conservare per tutta la vita. È la storia di Sandro, 60 anni, sposato e felice. Di tanto in tanto, però, su Google digita un nome e un cognome: quelli della ragazza con la quale ha avuto la sua prima volta, quarant’anni fa. Una prima volta speciale, perché lei era fidanzata e fra loro c’è stata solo un’avventura di una notte. L’ultima notte delle vacanze, con il fidanzato di lei che dormiva nella sua stanza. Quando mi ha raccontato la sua storia Sandro era emozionato come se questa notte d’amore fosse successa ieri. Ricorda tutto, nei minimi dettagli: quella serata in gruppo, il primo bacio tornando in hotel, il saluto in atrio, lei che a sorpresa pochi minuti dopo bussa alla sua porta. Sembra quasi un film. Eppure è vero. Anche se ammette che per lui quella notte è stata come un sogno, quasi non ha capito ciò che gli stava succedendo. Ha scoperto il sesso grazie a lei. E per colpa di lei ha scoperto di non essere fatto per le avventure di una notte. Sarà perché era la sua prima volta? O perché è uno di quelli che, il giorno dopo, non fanno a meno di sognare ad occhi aperti? Lui però non si è limitato a sognare: prima che lei lasciasse la sua stanza per tornare dal fidanzato le ha chiesto il numero. E ancora oggi, di tanto in tanto, prova a cercarla online. gretascl

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