È finito il tempo degli abbracci?
Una mia cara amica, quando di rado ci vediamo, non mi abbraccia. Non mi dà neanche la mano. Pensavo fossi io, lo fa con tutti. Col tempo ho preso ad imitarla. Coi rapporti che migrano online, toccarsi fa sempre più strano. Ci ripensavo l’altro ieri, leggendo della riflessione, legata al movimento #Metoo, sull’opportunità, oggi, di abbracciarsi. L’era degli abbracci è finita?, si chiede il Washington Post. Non più empatia, affetto: le molestie costringono a rileggerli, le aziende li vietano. Un abbraccio è antistress, ma se è indesiderato?
Che mondo complicato. A Natale, migliaia di reazioni ad un commento sul sito delle Girl Scout denunciavano come, al tempo degli abbracci a sconosciuti via flash mob, molti ne farebbero a meno. «Spesso ci sentiamo obbligati», nota un’esperta di bon ton. «Per non parlare dei colleghi viscidoni, che usano l’abbraccio per strusciarsi». Non solo donne: a giugno, su un red carpet, una cantante voleva abbracciare Seinfeld. Lui si è rifiutato disgustato. «L’abbraccio dev’essere reciproco», scrive Garrison Keillor, poi licenziato perché i suoi a quanto pare non lo erano. Dovremmo fare come in Dirty Dancing, questo è il mio spazio, questo è il tuo?
Vero è che tra app e negozi dedicati, l’abbraccio è stato trivializzato. Abbracciami forte, la Vanoni, non lo gridava certo al primo che passava. Ma non sarà meglio un abbraccio del “fist bump”, il pugno contro pugno di sportivi e adolescenti considerato la più igienica forma di saluto? Dammi la mano, torna vicino (ma non troppo). Costanzardo