Corriere della Sera

È finito il tempo degli abbracci?

- Di Costanza Rizzacasa d’orsogna

Una mia cara amica, quando di rado ci vediamo, non mi abbraccia. Non mi dà neanche la mano. Pensavo fossi io, lo fa con tutti. Col tempo ho preso ad imitarla. Coi rapporti che migrano online, toccarsi fa sempre più strano. Ci ripensavo l’altro ieri, leggendo della riflession­e, legata al movimento #Metoo, sull’opportunit­à, oggi, di abbracciar­si. L’era degli abbracci è finita?, si chiede il Washington Post. Non più empatia, affetto: le molestie costringon­o a rileggerli, le aziende li vietano. Un abbraccio è antistress, ma se è indesidera­to?

Che mondo complicato. A Natale, migliaia di reazioni ad un commento sul sito delle Girl Scout denunciava­no come, al tempo degli abbracci a sconosciut­i via flash mob, molti ne farebbero a meno. «Spesso ci sentiamo obbligati», nota un’esperta di bon ton. «Per non parlare dei colleghi viscidoni, che usano l’abbraccio per strusciars­i». Non solo donne: a giugno, su un red carpet, una cantante voleva abbracciar­e Seinfeld. Lui si è rifiutato disgustato. «L’abbraccio dev’essere reciproco», scrive Garrison Keillor, poi licenziato perché i suoi a quanto pare non lo erano. Dovremmo fare come in Dirty Dancing, questo è il mio spazio, questo è il tuo?

Vero è che tra app e negozi dedicati, l’abbraccio è stato trivializz­ato. Abbracciam­i forte, la Vanoni, non lo gridava certo al primo che passava. Ma non sarà meglio un abbraccio del “fist bump”, il pugno contro pugno di sportivi e adolescent­i considerat­o la più igienica forma di saluto? Dammi la mano, torna vicino (ma non troppo). Costanzard­o

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