Pubblico impiego, arriva l’ultima intesa: sì al contratto Sanità
Via anche al contratto del comparto sanità. Ieri governo e sindacati hanno firmato la pre-intesa per il rinnovo del contratto 20162018 di infermieri, operatori sanitari e amministrativi del Servizio sanitario nazionale scaduto da 8 anni. Un accordo arrivato dopo 28 ore di confronto all’aran che ha visto la firma dei tre sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, e il rifiuto dei sindacati di categoria degli infermieri Nursing Up e Nursind che proprio ieri hanno scioperato per 24 ore con adesioni tra il 70 e l’80 per cento. Sono coinvolti 550 mila lavoratori che dal primo marzo avranno aumenti medi in busta paga di 85 euro mensili. «È un passo importante per restituire la dignità a migliaia di professionisti», dice la ministra della Salute Beatrice Lorenzin.
Nel nuovo contratto vengono ristabiliti regole e limiti per ferie, malattia, permessi di lavoro, congedi e orari. «Verranno rivalutate le indennità a partire da notturno, pronta disponibilità e festivo, spiega Serena Sorrentino (Fp Cgil) — e garantiti fino a 15 minuti di tempo di vestizione, innalzabili in contrattazione aziendale». Sottolinea Susanna Camusso (Cgil): «Si torna all’orario che prevede il riposo, che è stato il grimaldello con cui in sanità in questi anni sono successe anche cose insopportabili».
Ma i sindacati degli infermieri bocciano l’intesa e anzi indicono un referendum tra gli iscritti: «È un accordo peggiorativo — dice Antonio De Palma di Nursing Up —: le nostre richieste sono rimaste lettera morta, questo è solo un contratto preelettorale». Plaude invece la ministra della Pubblica amministrazione Marianna Madia, presente alla firma: «È il risultato di un grande sforzo collettivo, con il comparto sanità si completano gli accordi per i rinnovi di tutto il pubblico impiego, cui stiamo lavorando da quattro anni». Per quanto riguarda i medici, invece, il prossimo incontro all’aran sarà il primo marzo.