Altro rinvio per Aferpi, manca ancora la firma di Jindal
(m.sab.) Dall’affare fatto al rinvio sine die per la firma decisiva. La vendita dell’ex Lucchini al gruppo indiano Jindal sembra assumere in poche ore i ritmi di una telenovela. Nella serata del 22 febbraio era arrivato al Mise l’annuncio dell’intesa per la cessione dagli algerini di Cevital di Aferpi, ma oggi è arrivata una brusca (e preoccupante) frenata. «Abbiamo atteso la firma da parte di Jindal, ma è in Corea del Sud e sta rientrando in India perché deve riunire il board. Loro hanno in mano il documento firmato dall’algeria. Attendiamo una risposta di Jindal — ha spiegato il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda (foto). Rischi? Bisogna essere prudenti, finché non vedo la firma ci sono sempre rischi, attendiamo ma spero non ci siano rischi». Dal punto di vista dei passaggi formali dopo la firma l’intesa, che dovrebbe metter in salvo i 3mila lavoratori dell’ex Lucchini di Piombino, dovrà essere ratificato dai rispettivi cda con una due diligence di tre settimane. Al momento quindi non è ancora terminata l’era algerina, iniziata nel dicembre 2014. É forte la preoccupazione tra i lavoratori. «Noi siamo in cassa integrazione e il governo è in scadenza. Sbrigati!», ha detto un cassintegrato dell’aferpi di Piombino al ministro Carlo Calenda, che ha risposto: «Mi sto sbrigando. Ho detto a Jindal di fare presto, aspetto la firma». commerciale italiana. I dati sono stati anticipati ieri a Milano in occasione della presentazione del Mido, la più grande fiera mondiale del settore, che vede il debutto di Giovanni Vitaloni alla presidenza, e sarà inaugurata domani alla presenza del sindaco di Milano, Beppe Sala. Quest’anno l’evento, in corso fino al 26 febbraio alla Fiera di Rho, segnerà un nuovo record con 1.305 espositori, 52 mila metri quadrati e 7 padiglioni al completo.