Donna al plurale Il tramonto dei modelli fissi
Un volume edito da Codice
«Se le donne sono pettegole, pessime guidatrici e incapaci di leggere una mappa stradale (come vuole lo stereotipo) è perché il loro cervello è diverso da quello degli uomini che è invece progettato per fare altro». Ovvero, come la neurologia può essere usata per rinforzare gli stereotipi di genere e la semplificazione fare molto male.
È uno degli argomenti di cui scrive Vera Tripodi nel libro La donna non esiste, curato da Nicla Vassallo (Codice Edizioni, pagine 144, 18), che raccoglie i contributi di diverse discipline con l’intento di attenuare gli effetti del binarismo sessuale. Effetti diffusi e resistenti, che cercano di costringere la realtà — eterogenea e complessa — in una scatola angusta.
Se Vassallo, da filosofa, si concentra sui termini «sesso» e «genere» e sulla inesistenza della Donna come modello unico e valido per tutte, Ulrich Pfeffer ci mostra come anche la biologia sia molto più multiforme della visione binaria. E Maurizio Mori analizza come la prospettiva bioetica possa arricchire il dibattito. È particolarmente interessante come il controllo della riproduzione abbia contribuito a una descrizione meno banale di sesso e genere e come un nuovo paradigma possa (e debba) influire, per esempio, sulla genitorialità e sulle libertà individuali. Grazie all’aborto legale, alla contraccezione e alle tecniche riproduttive, ci ricorda Mori, abbiamo acquisito il controllo della generazione futura, sottraendola al caso e, per effetto della secolarizzazione, alla provvidenza divina. La separazione tra sesso e riproduzione è stata possibile perché abbiamo usato una lente di ingrandimento e ci siamo resi conto che fenomeni che parevano uniti sono invece separati. Quella lente è la scienza. Certo, la complessità ci fa paura, ma non possiamo far finta di poter tornare a una beata ignoranza e dovremmo apprezzare i vantaggi di questi mutamenti profondi.
È un consiglio che potrebbe valere in generale. Perché non abbandonare la nostalgica rivisitazione del passato? Descrivere il mondo in modo più preciso significa anche alimentare le libertà e rifiutare quella visione che affida alle persone destini predefiniti in base a caratteristiche non rilevanti.